Salvini "strappa" l'alleanza. Ma il Cavaliere ricuce subito

Ira leghista dopo il ko sugli sconti di pena: "Inciucio, stop agli incontri". Berlusconi: "Governeremo insieme"

Salvini "strappa" l'alleanza. Ma il Cavaliere ricuce subito

Stavolta, pare, Salvini si è infuriato davvero. «Sospendiamo qualsiasi tavolo e incontro con Silvio Berlusconi - afferma il leader leghista - finché non avremo spiegazioni ufficiali sul voto contrario di Forza Italia all'iter veloce per la legge Molteni che cancella lo sconto di pena per i reati gravissimi». Ma il Cavaliere più di tanto non si scompone. «No... non voglio esprime adesso la mia opinione - dice -, voglio prima incontrarmi e parlare con lui. Matteo, si sa, ogni tanto fa i capricci per conquistare consenso, però non vanno sopravvalutati. Alla fine governeremo insieme, come nel '94 con Bossi». E comunque «le decisioni su quella legge sono state prese dai gruppi parlamentari, indipendentemente da me».

Accordo a rischio? Centrodestra nella bufera? Si vedrà. Giancarlo Giorgetti, vicesegretario Lega, attacca ancora: «Noi mai con Gentiloni, non vogliamo tradire gli elettori». Intanto Berlusconi, intervenendo alla presentazione dell'ultimo libro di Bruno Vespa, non sembra preoccupato: «Lui si propone in modo troppo aggressivo alla gente, grazie al suo protagonismo ha portato la Lega da quattro al 15 per cento. Chapeau. Però al tavolo è molto ragionevole e comprensivo, anche disposto a cambiare parere sui punti sui quali la sua opinione era contraria alla mia o a quella di Giorgia Meloni». Come già successo altre volte, questa l'idea del Cav, un faccia a faccia potrebbe risolvere tutto. Non sarà una legge a mandare a picco un'alleanza. La Meloni si propone come paciera: «Vediamoci entro Natale».

Eppure stavolta i toni sono più alti del solito e la ferita più sanguinante perché l'incidente riguarda un punto cardine del programma elettorale del Carroccio, l'eliminazione degli sconti di pena per alcuni reati particolarmente gravi e che prevedono l'ergastolo, come la strage e l'omicidio con stupro. Ebbene, secondo la Lega, grazie al voto determinante di Forza Italia, la commissione Giustizia al Senato, con il no alla convocazione in fase deliberante della Molteni, ha di fatto bloccato il provvedimento impedendo che arrivi in aula.

«È una vergogna - tuona Salvini - è l'ennesimo affronto alle donne e a tutte le vittime di violenza». La bocciatura è arrivata grazie ai voti del forzista Giacomo Caliendo e dell'ex ministro Carlo Giovanardi, oggi senatore di Gal. «Hanno affossato definitivamente la legge della Lega che chiede il rito abbreviato per i reati gravissimi» sottolineano in una nota congiunta Erika Stefani e Nicola Molteni, capigruppo del Carroccio nelle due commissioni Giustizia, che parlano pure di «un'imbarazzante l'asse iper-garantista» tra Forza Italia e Pietro Grasso. «Il presidente del Senato aveva già negato la calendarizzazione della legge mentre i forzisti ne hanno impedito l'iter veloce. Fi si prenda la responsabilità di questo atto inaccettabile».

Parole dure, una mezza dichiarazione di guerra. E in attesa che la nota capacità diplomatica di Silvio Berlusconi faccia effetto, bisogna registrare i primi contraccolpi polemici tra Forza Italia e il Carroccio.

Scintille a Palazzo Madama, tra Maurizio Gasparri che interviene sul biotestamento e Roberto Calderoli, presidente di turno, che cerca di togliergli la parola perché si concede troppe divagazioni. «Presidente, non difenda questa deriva eutanasica», si lamenta il capogruppo azzurro al Senato. «Non accetto lezioni da nessuno», la replica del leghista.

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