«Salvini traditore politico» Grillo rivela il patto segreto

Il leader dei 5 stelle infuriato dopo l'ok leghista al Rosatellum Poi diserta la serata per Fo e il nuovo forfait diventa un caso

Ma che film si era fatto, Beppe Grillo, su Matteo Salvini? Perché oggi lo chiama «traditore politico», «il grande bluff»? È curioso l'attacco del fondatore del M5s al leader della Lega, reo di appoggiare il Rosatellum 2.0. Curioso, perché sembra proprio che Grillo abbia coltivato speranze (ora deluse) di un'alleanza futura. E, in effetti, con il Consultellum ora superato una delle maggioranze possibili era quella tra grillini e Carroccio, che ultimamente si trovano in sintonia su tanti temi populisti, dall'anti-Europa all'antiCasta, all'anti-immigrazione.

Certo, in questo momento, l'umore del leader-comico è «nero, nerissimo», come dicono i suoi. A Roma neppure ha partecipato alla protesta del M5s in piazza Montecitorio contro la nuova legge elettorale e s'è chiuso in albergo. E ieri ha disertato anche l'appuntamento di Torino, al teatro Carignano, in ricordo di Dario Fo. Un doppio forfait che è diventato un caso, anche se il Movimento spiega che si tratta di problemi familiari. Oggi è atteso a Marino, per la presentazione del candidato M5s a governatore del Lazio. E qualcuno già insinua che sarà il terzo forfait. Grillo se la prende con chiunque sostenga la riforma che vede anti-movimento, ma con Salvini ha il dente avvelenato. «Oggi ha perso definitivamente qualsiasi tipo di credibilità - scrive sul blog -. La sua Lega dopo gli scandali degli investimenti in Tanzania e dei diamanti comprati da Belsito con i soldi pubblici era arrivata al 3%. Per risollevarsi Salvini in questi mesi ha fatto un lavoro sporco: ha copiato e si è appropriato dei temi e di gran parte del programma politico-elettorale del M5s ed ha iniziato una finta campagna elettorale contro il sistema dei partiti. Ma è tutto un bluff». Insomma è chiaro: il padre dei Cinque Stelle ci aveva fatto un pensierino, sulla convergenza con la Lega. E ora che il leader «ha gettato definitivamente la maschera», lo accusa di essere «uno di loro», incoerente e traditore. Nel post intitolato «Matteo Salvini il grande bluff», lo mette tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi.

Le prove di dialogo andate avanti tutta l'estate tra gli «sfascisti» per eccellenza, evidentemente erano arrivate molto vicine al «patto segreto» di cui si è parlato. D'altronde, lo stesso Salvini a giugno diceva che «l'alleanza naturale è quella di centrodestra, ma chiunque altro sostenga le posizioni della Lega, come Grillo sull'immigrazione, è benvenuto».

All'attacco i capigruppi leghisti Gian Marco Centinaio e Massimiliano Fedriga replicano che anche il M5s chiedeva urne subito, ma non alzano i toni. «Noi vogliamo votare il prima possibile, a differenza dei grillini che con la scusa di voti segreti e legge elettorale cercano di ritardare il voto per mantenere poltrone e lauti stipendi».

Lui, il giullare sempre rimasto più nel vecchio mestiere che nel nuovo, politico, si rifugia nell'ironia, nella beffa, per celebrare tra i denti l'ultimo «miracolo italiano». Sul blog arringa il suo popolo chiamato a scendere nelle piazze, contro il Rosatellum 2.0: «Forze politiche da sempre avverse si sono unite, concentrando tutti i loro sforzi e le loro capacità di mediazione, per raggiungere un obiettivo primario e realizzare la volontà dei cittadini.

Accantonati inutili rancori, dicotomie ormai desuete quali maggioranza/opposizione: Pd, Lega, Fi, verdiniani et similia, convergono magicamente ed approvano una legge perfetta». La verità è che Grillo non sa che pesci pigliare e attaccare, demolire è sempre più facile che costruire qualcosa.

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