Roma - A dispetto delle previsioni del tempo che promettono un clima mite, il termometro politico di centrodestra, nel giorno della manifestazione «Italia sovrana», lanciata dalla presidente di Fdi Giorgia Meloni e subito condivisa dalla Lega di Matteo Salvini, segna temperature sottozero.
Eppure per il centrodestra è la prima volta che si va in piazza dopo il referendum che ha mandato a casa Matteo Renzi, ma la kermesse romana, più che una prova generale di unità per il variegato fronte, sembra l'occasione per accentuare le crepe nella coalizione che non c'è. E, soprattutto, sembra voler andare oltre la leadership di Silvio Berlusconi che, infatti, non gradisce per nulla. Il problema non è solo la fretta di Fdi e Lega di tornare al voto, ribadita con più forza dopo la decisione della Consulta sull'Italicum. A gelare il clima con il Cavaliere è proprio Salvini, che al termine del consiglio federale del Carroccio rende noto che la Lega, in Veneto, «correrà con liste senza il simbolo di Forza Italia alle comunali» di Padova, Verona e Belluno.
Uno smarcamento deciso, che Salvini paventa come possibile anche in ottica elezioni politiche, per le quali il leader del Carroccio immagina «entrambe le strade aperte», tanto una «corsa in solitaria» quanto con una «coalizione più ampia». A frenare ulteriori salti in avanti del giovane segretario leghista, evitando fratture più definitive nel fronte con Fi, sarebbe stato Umberto Bossi. Il fondatore della Lega, spesso polemico con l'attuale leader, avrebbe invitato Salvini a correggere la rotta e a non «isolare la Lega», ribadendo la necessità di trattare con Forza Italia. Anche il governatore lombardo Roberto Maroni durante l'incontro in via Bellerio avrebbe ricordato a Salvini l'urgenza di chiarire la posizione in merito alle alleanze, considerato che tanto in Lombardia quanto in Veneto il Carroccio è al governo con l'appoggio degli azzurri. Così Salvini al termine concede le «porte aperte» a tutte le forze politiche in vista delle elezioni, chiudendo solo a «coloro che si sono resi complici del Sì», e dunque «no agli Alfano, ai Cicchitto, ai Casini», e sì invece a quanti nel centrodestra vorranno «condividere il programma».
Ma più della stiracchiata diplomazia del segretario federale, sono le sue dichiarazioni sulla corsa senza Fi alle comunali venete che deflagrano alla vigilia della manifestazione. Tanto che quasi subito circolano rumors che danno per imminente il forfait della delegazione azzurra - annunciati Renato Brunetta e Paolo Romani, oltre ad Altero Matteoli e al «separato in casa» Giovanni Toti - alla manifestazione romana. Invece, nonostante una evidente tensione, alla fine l'allarme rientra. Oggi nella capitale sfileranno fino a piazza San Silvestro anche le bandiere di Forza Italia.
E dal palco dei Fratelli d'Italia, nella piazza a due passi da Palazzo Chigi, ospite di Giorgia Meloni (che chiama «mia sorella»), parlerà pure Brunetta, che ieri, alla festa dei lettori del Giornale, ha ribadito come «pur nelle difficoltà va perseguita con forza e determinazione l'unità del centrodestra». Invitando Salvini a riaprire il dialogo, «senza forzature» e «senza opa ostili».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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