Archiviare definitivamente la vecchia Lega Nord, pensionare Bossi, mandare in soffitta la Padania, commissariare le «nazioni» (le regioni) e le segreterie provinciali per far nascere la nuova «Lega-Salvini Premier» con gli uomini di fiducia del nuovo corso. Un partito nazionale a struttura federale ma con l'ingresso delle regioni del sud nel consiglio, oggi costituito solo da segretari del nord e del centro Italia. Di fatto un cambio di identità radicale. Le voci di corridoio davano per certo il varo dell'operazione nel consiglio federale di ieri in via Bellerio.
L'aveva anticipato l'ex segretario leghista Bobo Maroni, che però Salvini ha smentito seccamente in conferenza stampa: «Non era all'ordine del giorno, chi è fuori dal consiglio federale evidentemente ha altre notizie». Come dire: Maroni ormai è fuori dalla Lega, si occupi di altro. La convinzione dei leghisti è che il leader abbia fatto slittare i commissariamenti (a parte Valle D'Aosta e Bolzano già ufficializzati), e quindi il superamento della Lega Nord, perché ancora indeciso sul da farsi in una casella pesante, la Lega Lombarda. Lì il segretario è Paolo Grimoldi, un leghista della prima ora, non tra i più allineati al sovranismo, ma che controlla il partito in Lombardia. Difficile rimuoverlo da un giorno all'altro. Salvini voleva commissariarlo mettendo al suo posto Stefano Bolognini, assessore in Lombardia. «Ma se commissaria la Lombardia deve cambiare tutti i segretari, non può tenersi gli altri che invece gli vanno bene» è la lettura che arriva da ambienti leghisti. Quindi, operazione rinviata. Solo formalmente, perché ufficiosamente la ristrutturazione è già partita al sud. Si stanno costituendo le varie «Lega Sicilia Salvini Premier», «Lega Calabria Salvini Premier» e così via. Girano già i nomi dei leghisti che Salvini vuole mettere a capo delle nuove nazioni leghiste, per mettere un po' di ordine in situazione caotiche. Due commissari designati sarebbero i parlamentari Francesco Bruzzone e Christian Invernizzi rispettivamente per Sicilia e Calabria. Il nuovo statuto della Lega elimina la figura del presidente federale a vita (Umberto Bossi), i riferimenti al nord e alla Padania, insomma la natura del movimento. Modiche che andranno approvate da un Congresso federale elettivo, entro 12 mesi dall'approvazione del nuovo statuto.
Il nuovo partito viaggia insieme ai piani europei di Salvini. «Dopo il 26 maggio (le Europee, ndr), saremo la forza politica di riferimento a livello continentale» dice il leader, che ha riferito di aver avuto «messaggi cordiali» con il premier ungherese Viktor Orban. L'idea di Salvini è un polo dei «sovranisti-conservatori» al governo in Europa, che va da Orban ai polacchi di Jaroslaw Kaczynski fino agli austriaci di Sebastian Kurz, quanto a Marine Le Pen si «conferma la vicinanza» alla leader Fn.
Salvini si candiderà a fare da guida di questa piattaforma sovranista, con la sua Lega rinnovata nella cabina di regia e negli obiettivi politici. A questa strategia lavorerà Marco Zanni, europarlamentare eletto col M5s ma passato alla Lega. Il suo cavallo di battaglia? Uscire dall'euro. Da ieri è lui il nuovo responsabile esteri della Lega di Salvini.
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