
Sono giunti a Roma tutti i 133 cardinali elettori, che da domani saranno chiusi in Sistina per il Conclave. Da questa sera prenderanno possesso ciascuno delle proprie stanze, dopo il sorteggio avvenuto ieri. Steso anche il drappo rosso dalla Loggia delle Benedizioni da dove si affaccerà il nuovo Papa. Ieri il giuramento degli officiali e addetti che saranno impiegati per i lavori del Conclave, dai medici ai cuochi fino agli addetti alle pulizie, circa un centinaio di persone.
Pronta anche la macchina della sicurezza: oltre 4mila uomini e donne delle forze dell'ordine saranno impiegati per la cerimonia di insediamento del nuovo Papa. Un'altra sfida, dopo i funerali di Francesco, alla cui tomba anche il presidente Sergio Mattarella ha fatto visita ieri in forma privata nella basilica di Santa Maria Maggiore. Nei giorni precedenti alla cerimonia di insediamento emerge dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica in prefettura - le forze saranno modulate in base alle esigenze. L'area di San Pietro sorvegliata speciale con un doppio step di controlli, sistemi antidrone e misure modulabili in base all'evolversi della situazione già da domattina. L'area intorno a via della Conciliazione sarà perimetrata, varchi di prefiltraggio e poi «check point» permanenti attivi lungo le due ali del colonnato della piazza. Per il prefetto, tutto è pronto per la fumata bianca già dal primo giorno.
«Non abbiamo certezza delle date ma siamo attrezzati come se ci dovesse essere fin dal primo giorno la fumata bianca», ha assicurato il prefetto Lamberto Giannini. Sotto la lente anche il momento clou, quando migliaia di fedeli raggiungeranno in pochi minuti San Pietro per vedere il nuovo Papa. In campo ci saranno per l'occasione tra i 500 e i mille volontari. Oltre 5.300 i giornalisti accreditati. Stop anche alle reti dei cellulari in tutta Città del Vaticano. A partire dalle 15 di domani, «tutti gli impianti di trasmissione del segnale di telecomunicazione per cellulare radiomobile, presenti nel territorio dello Stato della Città del Vaticano, esclusa l'area di Castel Gandolfo, saranno disattivati», ha informato l'ufficio di Presidenza del Governatorato. Il ripristino del segnale «sarà effettuato successivamente all'annuncio dell'avvenuta elezione del Sommo Pontefice».
Intanto continuano le discussioni dei porporati nelle Congregazioni. Ieri se ne sono tenute due. Al mattino hanno partecipato 179 cardinali, di cui 132 elettori. «Si è parlato anche della figura del Papa. Molti - ha riferito Matteo Bruni - si attendono un Pontefice presente e vicino, come una porta di accesso alla comunione e all'unità in un mondo in cui l'ordine mondiale è in crisi, un Pastore vicino agli uomini». «Non stiamo facendo passi né avanti né indietro» sul nome del nuovo Papa, ha riferito il cardinale Ignace Bessi Dogbo, arcivescovo della Costa d'Avorio. «Ci stiamo conoscendo», ha aggiunto l'argentino Angel Sixto Rossi.
Giornalisti, cameramen e turisti affollano l'area davanti all'ex Sant'Uffizio. I cardinali vengono assediati dai cronisti, mentre i fedeli cercano di strappare un selfie o benedizioni dal possibile futuro Papa. Tra i più gettonati Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini. Nel pomeriggio si è svolta la seconda Congregazione. «Si è parlato di etnicismo in seno alla Chiesa nei circa 20 interventi ha riferito Matteo Bruni ma anche di migrazioni, guerra, sinodo dell'ecclesiologia e sfida delle sette». La richiesta è di un «Papa pastore». All'uscita dal Vaticano, anche ieri sera alcuni cardinali si sono intrattenuti con i giornalisti. «Tanti interventi, ma non c'è alcun passo avanti sul nome», ha detto il cardinale Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo. «L'unica cosa chiara è che si vuole andare avanti sulla linea di Papa Francesco». Mentre un amico del cardinale Pietro Parolin ha raccontato a Rai Radio1 il turbamento di chi è ancora considerato il papabile più accreditato.
«Mi ha detto che si sentiva un po' turbato dalla possibilità di diventare Papa. Quando eravamo piccoli scherzavamo sul fatto che lui sarebbe diventato Papa e suo fratello presidente della Repubblica, perché erano entrambi già molto bravi».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.