Cronache

"San Siro oscilla troppo". Scontro sullo stadio a rischio demolizione

Nuovo allarme per le vibrazioni del terzo anello. Il futuro dell'impianto resta un rebus

"San Siro oscilla troppo". Scontro sullo stadio  a rischio demolizione

Cristina Bassi

Milano San Siro (in alcune situazioni) oscilla. E molto. Torna attuale il problema dei movimenti anomali dello stadio Meazza, che ne metterebbero in pericolo la sicurezza e la tenuta. Il recente allarme è scattato in occasione della partita tra Inter e Atalanta di domenica 7 aprile. Quando il terzo anello della struttura ha ondeggiato di alcuni centimetri.

Ma non è la prima volta che succede. Il caso più eclatante in cui San Siro ha vibrato e oscillato risale al 2003 per il concerto di Vasco Rossi. Il recente episodio ha acceso l'attenzione della Commissione provinciale di vigilanza che fa capo alla Prefettura. La quale ha effettuato le verifiche e poi ha rassicurato tutti. Rispondendo dopo un'ispezione che il Meazza è sicuro. E ribadendo, come ha riportato il Corriere della Sera, quanto affermato più volte in passato. Cioè che lo stadio a determinate frequenze oscilla. E che sta ai gestori, Inter e Milan, correre ai ripari nel momento in cui una partita può portare con sé spostamenti oltre i limiti consentiti. Non è successo ieri sera per Inter-Roma, anche perché il terzo anello è rimasto chiuso a eccezione della porzione in curva sud riservata ai tifosi ospiti. In effetti il terzo anello, quello di cui si parla sempre in relazione agli ondeggiamenti, rimane spesso vuoto oppure è destinato alle tifoserie in trasferta, con numeri tra le 500 e le 2mila persone. Diverso è quando lo stadio è utilizzato per i mega concerti che richiamano decine di migliaia di spettatori e fanno il tutto esaurito. L'ultima volta però, prima di Inter-Atalanta, il terzo anello era stato utilizzato per il derby cittadino, prima ancora per i match con la Juve. Il problema si riproporrà per la partita Milan-Lazio in programma mercoledì. La società rossonera dovrà decidere se aprire una parte di terzo anello per la tifoseria laziale.

Ecco i casi degli anni Duemila. Durante il concerto di Vasco del luglio 2003 un gruppo di ingegneri effettuò alcuni controlli. I movimenti della struttura furono monitorati e misurati e i tecnici conclusero che le vibrazioni causate dagli spettatori che saltavano e ballavano fecero oscillare da destra a sinistra lo stadio di ben 5,2 centimetri. Poi, nel luglio del 2005 per l'esibizione degli U2, la Procura arrivò a sequestrare i primi due gradoni del secondo anello per il rischio cedimento. E 1.500 fan furono costretti a spostarsi sul prato. Anche in tale occasione il Comune, proprietario del Meazza, confermò che uno studio strutturale escludeva ogni rischio per l'incolumità.

Oggi però non si tratta solo di questioni tecniche. In ballo c'è la discussione sull'eventualità di demolire lo storico stadio e costruirne uno più moderno. C'è chi sottolinea il tempismo sospetto nel riaccendere i dubbi sulla tenuta della struttura. Per dire no alla demolizione a Milano è nato anche un comitato che riunisce numerosi politici, non solo di centrodestra. A lanciarlo sono stati il consigliere di Forza Italia Pietro Tatarella e il presidente azzurro del Municipio 7 Marco Bestetti. Il gruppo ricorda che San Siro è storico e sta raccogliendo le firme per un referendum contro la distruzione. Cui si oppone anche l'ex sindaco Gabriele Albertini: «Mi riuscirebbe difficile pensare a Milano senza San Siro, è la Scala del calcio», ha dichiarato. Sottolinea ancora Bestetti: «Non credo sia opportuno creare allarmismo sulle oscillazioni. Che non sono una novità ed entro certi range sono fisiologiche e sopportate dalla struttura.

Non vorrei che, proprio ora, diventassero uno strumento in mano a chi vuole radere al suolo lo stadio».

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