Le sanzioni alla Russia ci costano 3,6 miliardi

A seguito della crisi politico-militare con l'Ucraina, nel 2014 l'Europa ha multato Putin e le reazioni di Mosca hanno affossato il made in Italy. La Lombardia la più penalizzata

Antonio SignoriniRoma L'embargo alla Russia ha colpito in misura maggiore le eccellenze italiane. Sia nel senso dei territori, sia come settori merceologici. La Cgia di Mestre ha fatto il punto sulle ripercussioni delle sanzioni economiche contro il governo di Putin. Il conto totale è di 3,6 miliardi: l'export italiano verso la federazione russa è passato dai 10,7 miliardi del 2013 ai 7,1 miliardi di euro del 2015. Un crollo di più di un terzo per le esportazioni, che ha riguardato soprattutto le regioni del Nord e del Nord Est. Solo la Lombardia ha perso 1,18 miliardi, l'Emilia Romagna 771 milioni e il Veneto 688,2 milioni. Il 70 per cento del calo dovuto alle sanzioni contro Mosca ha colpito queste regioni.Il danno si concentra sul manifatturiero, 3,5 miliardi su 3,6. Il dettaglio dei settori, sembra l'elenco delle eccellenze italiane: macchinari (-648,3 milioni di euro), abbigliamento (-539,2 milioni di euro), autoveicoli (-399,1 milioni di euro), calzature/articoli in pelle (-369,4 milioni di euro). Male anche i prodotti in metallo (-259,8 milioni di euro), i mobili (-230,2 milioni) e le apparecchiature elettriche (-195,7 milioni).Le esportazioni verso gli altri paesi, negli anni dell'embargo, sono cresciute e la Russia ha perso posizioni nella classifica dei paesi dove il made in Italy è più richiesto. «Nel 2013», segnala il segretario della Cgia, Renato Mason, «la Russia era l'ottavo paese per destinazione dell'export italiano», oggi è diventata «tredicesima ed è stata scavalcata dalla Polonia, dalla Cina, dalla Turchia, dai Paesi Bassi e dall'Austria». Dati che colpiscono soprattutto oggi, alla luce degli attentati di Bruxelles. «È giunto il momento che l'Unione europea riveda la propria posizione nei confronti di Mosca. Rispetto al 2014, le condizioni geo-politiche sono completamente cambiate. Per ripristinare la pace nell'area mediorientale e per combattere le frange terroristiche presenti in Europa, la Russia è un alleato strategico indispensabile per il mondo occidentale», commenta il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo.D'accordo Paolo Grimoldi, segretario della Lega Lombarda: «Il governo Renzi e i soloni di Bruxelles stanno uccidendo il nostro export». Ora l'esecutivo deve «attivarsi immediatamente a Bruxelles e a farsi promotore di un iniziativa per eliminare al più presto le assurde e ingiustificate sanzioni economiche contro la Russia e ad evitare il tracollo di un settore cruciale quale il nostro made in Italy». Anche il governatore della Lombardia Roberto Maroni ha commentato i dati, sottolineando il miliardo di euro perso dalla regione. La Coldiretti si accoda alla ricerca degli artigiani di Mestre per sottolineare come il danno per l'agroalimentare, altra eccellenza del made in Italy, sia preoccupante. Le esportazioni do ortofrutta, formaggi, carni e salami sono state azzerate. Dall'inizio dell'embargo ad oggi si stimano perdite dirette per 400 milioni di euro. Poi ci sono gli effetti indiretti della guerra «fredda» commerciale iniziata con l'invasione della Crimea.

Ad esempio il crollo delle quotazioni di molti prodotti agricoli europei al di sotto dei costi di produzione, che ha costretto le aziende alla chiusura. Infine, segnala Coldiretti, la diffusione in Russia di prodotti made in Italy fasulli, che stanno danneggiando l'immagine dell'Italia.

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