Cronache

Sara pedinata e minacciata: "Ma niente premeditazione"

Convalidato l'arresto dell'ex fidanzato che secondo il gip avrebbe agito d'impulso. La vittima, forse, morta prima del rogo

Sara pedinata e minacciata: "Ma niente premeditazione"

Sara Di Pietrantonio era incosciente, e forse già morta, quando il suo ex fidanzato Vincenzo Paduano poco dopo le 4 del mattino di domenica l'ha cosparsa di alcol e le ha dato fuoco. Il dettaglio sarebbe emerso dall'esame autoptico sul corpo della studentessa 22enne, effettuato ieri all'istituto di medicina legale della Sapienza dal professor Giorgio Bolino, insieme al radiologo Carlo Catalano e al tossicologo Giulio Mannocchi. L'autopsia ha rivelato una costrizione al collo come probabile causa della morte. Paduano, per il quale ieri è stato convalidato l'arresto, dopo averla speronata in via della Magliana, ha dunque inseguito la ragazza fuori dall'auto per alcune centinaia di metri, atterrandola e poi strangolandola con un braccio. A quel punto, quando Sara era ormai riversa per terra e priva di sensi, il vigilante 27enne ha infierito su di lei, cospargendo con il liquido infiammabile schiena, nuca e spalle della ragazza per poi appiccare il fuoco. Per essere certi che fosse già morta quando le fiamme l'hanno avvolta bisognerà aspettare altri esami, il cui esito è atteso per la prossima settimana. Se nel sangue e nei polmoni della vittima verranno trovate tracce di monossido di carbonio, vorrà dire che anche se incosciente, Sara era ancora viva.

Nell'interrogatorio di garanzia, nel primo pomeriggio di ieri a Regina Coeli, Paduano di fronte al gip Paola Della Monica ha intanto ammesso le sue responsabilità. «Sono stato io», avrebbe confermato, spiegando di non aver tollerato la rottura del loro legame sentimentale. Ma nel resto delle tre ore di faccia con il giudice l'ex fidanzato di Sara avrebbe anche stavolta fornito elementi confusi e contraddittori sulla ricostruzione dell'omicidio. Al termine del lungo interrogatorio, il gip oltre a convalidare l'arresto del 27enne ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Nel provvedimento il giudice conferma le accuse di omicidio volontario e stalking, ma esclude che il folle gesto fosse premeditato. Premeditazione per la quale invece Paduano è ancora indagato dai magistrati romani che indagano sull'omicidio, l'aggiunto Maria Monteleone e il pm Maria Gabriella Fazi. Le due toghe sono al lavoro anche sui telefonini della ragazza e del suo ex, che non si sarebbe rassegnato alla fine della loro relazione, turbolenta a causa della ossessiva gelosia di lui, continuando a tormentarla e persino - almeno in un'occasione - a pedinarla. Proprio l'analisi dei tabulati telefonici e dei messaggi di testo scambiati dai due confermerebbero secondo i magistrati le forti e continue pressioni che Paduano avrebbe fatto su Sara dopo che i due si erano lasciati, una ventina di giorni fa, confortando il teorema accusatorio della Procura, secondo cui il vigilante avrebbe agito da stalker prima di arrivare a decidere di uccidere Sara nella tragica notte tra sabato e domenica.

Ieri sera da via Senorbi - sotto casa della studentessa, a cinque minuti di macchina dal luogo in cui la ragazza è stata uccisa - è partita una fiaccolata in memoria di Sara.

Decine di amici, parenti e conoscenti hanno sfilato in un silenzioso corteo, sfilando per le vie del quartiere fino alla parrocchia, dove hanno fatto volare in cielo lanterne a forma di cuore.

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