Dopo Roberto Saviano, arrivano le sardine a criticare il "modello Lombardia". Ha fatto discutere nei giorni scorsi un editoriale in cui lo scrittore esperto di mafia metteva alla berlina la sanità lombarda accusando, in sintesi, le amministrazioni di centrodestra di aver permesso, volenti o nolenti, alle mafie di "fare da padrone in molte parti del Nord".
Il movimento fondato da Mattia Santori si infila nello scontro fra Roma e il Pirellone e in una lettera al premier Giuseppe Conte chiede il commissariamento del governatore lombardo Attilio Fontana. "La regione Lombardia è inadeguata a gestire questa emergenza", sentenziano i pesciolini. "Il modello Lombardo, quello che il fumo della propaganda ha venduto come esempio di eccellenza, quello che in questi anni ha basato la sanità sul concetto di business ha palesato le sue carenze, le sue fragilità e ha fallito", è la conclusione delle sardine che accusano il governo della regione di aver consentito alle "persone positive al Covid-19" di essere "entrate in contatto con gli anziani delle Rsa".
"Abbiamo visto la nostra Regione vantarsi per anni di un sistema sanitario, quello lombardo, di eccellenza e, nella miopia della propaganda e della lotta politica, non si sono accorti di aver costruito solo un fragile idolo – si legge nella lettera a Conte - la fragilità del modello lombardo si fonda sull’assunto che la sanità, come il Welfare, possano essere un business: dove efficacia ed efficienza si sostituiscono al prendersi cura delle persone". "Negli ultimi 15 anni – denunciano - fino al 10% del budget complessivo regionale – prelevato dalla fiscalità generale – è stato usato per remunerare il capitale delle aziende sanitarie, soldi che potevano essere impiegati per produrre servizi per i cittadini".
E ancora, "nel 2015, la riforma sanitaria lombarda, prometteva presidi ospedalieri di prossimità che non si sono mai visti e, che, avrebbero dovuto fungere come cerniera tra i medici di base e il sistema socio-sanitario". "Le mascherine rese obbligatorie da un’ordinanza della giunta Fontana, non erano più reperibili per chi affrontava questa guerra silenziosa in prima linea", attaccano i pesciolini anti-leghisti. L’affondo è sulla presunta mancanza di questi presidi nelle Rsa meneghine - sul caso stanno indagando la procura di Milano e due commissioni di inchiesta - che, scrivono le sardine "denunciavano già da tempo il pericolo di inserire pazienti COVID nelle strutture perché esisteva il rischio di potenziale contatto con gli anziani non autosufficienti ivi ricoverati".
E poi, facendo eco al leader Dem, Nicola Zingaretti, che ieri aveva contestato duramente il piano avanzato dai governatori di Lombardia e Veneto per una ripartenza "veloce" dal 4 di maggio, le sardine invitano alla cautela: "Non ravvediamo i margini minimi di sicurezza per una piena riapertura, come ha proposto la stessa Giunta Fontana in queste ore". Anzi, scrivono,"reputiamo questa proposta un’ulteriore dimostrazione di come la gestione dell’emergenza sia volta ad un’opportunistica ricerca di consenso per distrarre l’opinione pubblica fuori dalla presa di coscienza di un fallimento politico dell’emergenza". Poi accusano Fontana di "strumentalizzare il dramma" facendo "leva sulla voglia di un ritorno alla normalità, oggi, troppo prematuro".
E a Conte ora chiedono il commissariamento: "Chiediamo al suo governo di ricondurre a sé alcune competenze come la sanità e la gestione emergenziale in Regione Lombardia". Mercoledì però era stata l'Oms a chiedere conto proprio all'esecutivo del "massacro" nelle Rsa di tutta Italia. "L'Oms chiede al governo cosa è successo e come mai", aveva detto il professor Ranieri Guerra, membro dell'Organizzazione mondiale della sanità, nel corso del bollettino sulla diffusione del coronavirus in Italia.
E poi anche le sardine, come Saviano, si dimenticano
degli ospedali costruiti in tempi record, e dei fondi stanziati per la cassa integrazione di un milione di lavoratori lombardi. Soldi che dovevano arrivare da Roma e che non si sono ancora visti, aveva denunciato lo stesso Fontana una settimana fa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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