Satira libera (per tutti). Ma se fa ridere

Libera vignetta, in libero Stato. Se è vero che in nome della satira vale tutto, l'unica cosa che non si perdona alla satira è di non far ridere. E questa non fa ridere.

Satira libera (per tutti). Ma se fa ridere

Libera vignetta, in libero Stato. Se è vero che in nome della satira vale tutto, l'unica cosa che non si perdona alla satira è di non far ridere. E questa non fa ridere. Nell'illustrazione «umoristica» sulla prima pagina de Il fatto quotidiano, a firma Natangelo, ci sono due persone a letto: una donna bianca (che poi si capirà essere Arianna Meloni, sorella della premier Giorgia e moglie del ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida) e un presumibilmente dotatissimo uomo nero (perché è noto lo stereotipo sull'equipaggiamento genitale afroamericano, fa il paio col «ritmo nel sangue» e «l'eccellenza negli sport»). Beh, sotto al titolo «Obiettivo incentivare la natalità. Intanto, in casa Lollobrigida...», i due si trovano nudi sotto alle lenzuola e si interrogano sull'opportunità del round iniziale: «E tuo marito?» chiede il dubbioso ma motivato amante. «Tranquillo, sta tutto il giorno fuori a combattere la sostituzione etnica» risponde l'annoiata consorte fedifraga. Ora, spiegare le battute di spirito è più triste di un pentolino di latte dimenticato sul fuoco, ma quelle di cattivo gusto diluiscono l'effetto comico e quindi sezionarle è d'obbligo. Evidentemente, secondo il vignettista, una degli effetti paradossali del provvedimento proposto da Fratelli d'Italia, è quello di rinunciare un primato «riproduttivo» (quello degli immigrati) con una loffia, noiosa, arrancante prestazione nostrana. E per di più, per farlo, si «usa» la povera Arianna che oltre al gomitolo di lana allungato a Teseo nella mitologia, non ha mai cercato visibilità storica dal momento che non ricopre alcun incarico pubblico come fa notare la ben più famosa e infastidita sorella. Ma lei è la sorella, appunto e per carità, come dice il comico Ricky Gervais: «Soltanto perché sei offeso, non significa che hai ragione». Noi ci guardiamo bene dal condannare la libertà di satira. Abbiamo difeso il ben più controverso Charlie Hebdo, solo per fare un esempio. E ci guardiamo bene persino dal farne una questione di genere: la parità femminile passa anche dalla spietatezza delle vignette. Non si può pensare di rimanerne al riparo solo in quanto donne.

Ma il (solito) rammarico che ci spegne il già tiepido sorriso davanti all'infelice vignetta e al solito auto osannarsi della sinistra (Vauro è corso a sperticarsi in complimenti ed eccitati risolini cartacei con l'enfant prodige Natangelo) è: ma cosa avrebbe fatto l'opposizione se sulle pagine del Giornale ci fosse stata una vignetta della Schlein a letto anche «solo» con Lollobrigida?!

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