A frotte si imbarcano verso le coste italiane. Ieri come oggi. Senza sosta. A ciclo continuo. In questi giorni l'ennesima recrudescenza del fenomeno, con l'arrivo, sabato, in un sol colpo, di 4243 migranti soccorsi al largo delle coste libiche in 22 distinte operazioni. Partono tutti. Guerra o non guerra. Tanto che poi ci tocca rimpatriarli se provenienti da Paesi non contemplati tra quelli che danno diritto a stare in Italia. E non è detto che non facciano ritorno.
Anche ieri si sono registrati nuovi sbarchi. Uno addirittura alla «vecchia maniera», cioè eludendo i controlli in mare. E mentre i turisti prendevano il sole ecco spuntare un gruppo di migranti appena scesi da un gommone di 8 metri, abbandonato alla deriva e spiaggiatosi sotto il lungomare di Santa Maria di Leuca, nel Salento. Sgattaiolavano via tentando di sottrarsi all'identificazione e ai controlli. Ne sono stati intercettati 18 per le vie del paese.
Altri 124, tra cui 5 neonati e 37 minori, sono sbarcati ieri nel porto di Augusta, dove sono giunti a bordo del pattugliatore maltese Austal P23. Perché - manco a dirlo - in forza a Triton ci sono sì mezzi di diverse nazionalità, ma tutti approdano in Sicilia. L'isola che non c'è si è materializzata. Sono già stati individuati gli scafisti in tre egiziani, mentre erano due tunisini i nocchieri del cosiddetto «sbarco dei mille» del 30 maggio a Pozzallo, timonieri di due gommoni, uno con 512 passeggeri e l'altro con 507, soccorsi in mare dalla nave «Spica» della Marina militare italiana. Tra loro anche 40 neonati. I due si sono chiusi in un mutismo infrangibile, ma per la polizia giudiziaria di Ragusa hanno incassato 3mila dollari a testa, come avviene in genere per gli scafisti di nazionalità tunisina. La traversata ha fruttato ben 2 milioni di dollari agli organizzatori. Non per nulla continuano a imbarcare gente spedendola verso le coste italiane.
Tunisino anche lo scafista arrestato a Catania per lo sbarco del 31 maggio di 285 migranti. Quattro fermi a Taranto (un tunisino e tre libici) per lo sbarco di domenica di 829 immigrati. E intanto, a seguito degli accertamenti medico legali, emergono i primi dati certi dall'inchiesta aperta dalla procura di Siracusa sull'agghiacciante morte di 17 migranti, che si trovavano a bordo di un gommone.
Hanno ingerito un mix di acqua di mare e di idrocarburi, hanno inalato gas di scarico, restando pure ustionati durante la traversata.In mare si muore. Ma gli sbarchi continuano. E la bella stagione fa temere numeri impressionanti, di cui probabilmente le cifre pazzesche registrate finora non sono che un piccolo anticipo.
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