Scambio di prigionieri, aperture russe agli Usa

Il "mercante della morte" per la cestista americana arrestata

Scambio di prigionieri, aperture russe agli Usa

Zelensky chiede ai suoi connazionali di essere forti. Dopo aver parlato con papa Bergoglio e aver ordinato agli ufficiali di non divulgare troppe notizie di guerra e di strategie sui social, il presidente ucraino chiama a raccolta la gente comune, invitandola a «non aver paura del terrore perpetrato dai russi». «I nostri soldati sono forti, ma dobbiamo esserlo anche noi.

È l'unica strada che possiamo percorrere per demoralizzare Mosca e la sete di potere del Cremlino», dice. Oppure non l'unica, almeno dalle scottanti dichiarazioni rilasciate ieri sera dal generale americano Mark Arnold, veterano in Iraq e Afghanistan, che alla tv Channel 24 ha parlato di un «piano in atto da parte di alcuni oligarchi russi per rovesciare Putin»: «C'è parecchio scontento per via delle sanzioni e sono in parecchi a volerlo fermare prima che accada una catastrofe alle loro finanze. Ci sono gli Usa dietro a questo possibile golpe? Non posso certo smentirlo in maniera ufficiale». Putin però non sembra preoccuparsi di una fronda interna e muove le sue pedine sia sul campo di battaglia che sullo scacchiere della diplomazia, dove incassa la recente e netta opposizione anche da parte dell'Estonia. Prematuro al momento un incontro con Zelensky in Turchia, caldeggiato di fatto ogni giorno da Erdogan, il leader russo apre a Washington sullo scambio di prigionieri. Per la liberazione della cestista americana Brittney Griner, detenuta a Khimki da febbraio con l'accusa di contrabbando di droga, è saltato fuori un possibile scambio con Viktor Bout, soprannominato il «mercante della morte», arrestato in Thailandia nel 2008 e che sta scontando 25 anni di carcere negli Stati Uniti per traffico d'armi. Il possibile accordo è stato confermato ieri da Alexander Dartchiev, direttore del dipartimento nordamericano del ministero degli Esteri russo. «La discussione sul tema è molto delicata - ha affermato - ma gli scambi tra prigionieri si sono attivati e si stanno svolgendo attraverso i canali scelti dai nostri presidenti». È la prima volta che Mosca parla apertamente di trattative, anche se Washington, attraverso la voce del segretario di Stato Blinken, invita la controparte a rispettare il diritto umanitario internazionale. Blinken si riferisce sia alla situazione della Griner, così come a quella dell'ex marine Paul Whelan (condannato da Mosca a 16 anni per spionaggio) ma anche ai vari prigionieri britannici, svedesi e croati, che hanno combattuto al fianco degli Ucraini nel Donbass.

Nell'ambito delle questioni umanitarie va ricordato che Amnesty International affiderà a un gruppo di esperti la revisione del controverso dossier che accusava l'esercito ucraino di mettere in pericolo i civili. I media vicini al Cremlino avevano dato parecchio risalto al rapporto pubblicato lo scorso 4 agosto, ma il governo di Kiev aveva reagito con sdegno, accusando l'organizzazione londinese di mettere sullo stesso piano vittime e aggressori. La sezione tedesca di Amnesty nella serata di ieri ha preso le distanze dal report della casa madre, affermando che il documento risulta «in alcune pagine impreciso e redatto con poca sensibilità trattandosi di un argomento molto delicato». La revisione dovrebbe essere pronta entro la fine del mese.

Un aspetto positivo della complessa situazione ucraina arriva da Ravenna, dove ieri mattina sono iniziate al porto le operazioni di scarico della nave cargo proveniente da Chornomorsk (Odessa) e contenente 15 tonnellate di semi di mais.

Si tratta del primo mercantile attraccato in seguito all'accordo commerciale sui traffici dello scorso 23 luglio, che ha sancito l'intesa per il passaggio sicuro di decine di milioni di tonnellate di grano attraverso il Mar Nero, bloccate da 5 mesi nei porti ucraini a causa della guerra.

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