Scanzi si vaccina "fuori lista". Un furbetto o dose salvata?

Il giornalista si vanta sui social dell'avvenuta puntura nella Toscana in cui solo il 5% degli anziani l'ha avuta

Scanzi si vaccina "fuori lista". Un furbetto o dose salvata?

Sarà anche lui un «cazzaro del virus», come da titolo dell'instant book licenziato mesi fa per raccontare il circo di virologi e politici che ballano sul Titanic della pandemia? Ognuno si faccia la sua idea, non potendosi fare il suo vaccino.

È una storia che racconta tanto di questa epoca, quella di Scanzi Andrea, tuttologo (e quindi nientologo) del Fatto Quotidiano, «il giornalista italiano più seguito sui social», toscano, 47 anni nemmeno compiuti. E le sue origini regionali e la sua età sono particolari importanti in questa faccenduola.

Accade che sabato Scanzi Andrea annunci sui social di essere stato vaccinato all'hub della Fiera di Arezzo con AstraZeneca come «riservista» del punturone. Abitudine - quella di vantarsi sui social dell'avvenuta immunizzazione - che troviamo discutibile perché innesca una guerra tra poveri e nasconde la voglia di fare i fighi con la propria salute addobbando il privilegio con la finta intenzione di autonominarsi testimonial del vaccino. Come se un No Vax venisse convinto dalla irresistibile simpatia dello Scanzi a cambiare idea sull'efficacia dei farmaci.

Scanzi è ben sotto qualsiasi soglia anagrafica in sospetto di fragilità, non ha una professione sensibile e vive ad Arezzo, in quella Toscana dove solo il 5,1 per cento degli over 80 ha ricevuto il vaccino. E qui sgorga il dilemma: il giornalista ha usato la sua popolarità per scalare la lista d'attesa oppure ha fatto bene perché il delitto più efferato al momento è sprecare il vaccino?

Scanzi la spiega così: «Dopo l'ordinanza del generale Figliuolo di lunedì scorso, che ribadiva di dover usare a fine giornata tutte le dose a qualsiasi costo e di non sprecarne nemmeno mezza, ho detto al mio medico di base: Se avanza una dose a fine giornata, non la vuole nessuno e la buttate via, io ci sono. Nel rispetto della legge e senza scavalcare nessuno (ci mancherebbe!). Sono stato così inserito nella lista dei panchinari. Una lista che a dire il vero esisteva anche prima dell'ordinanza di Figliuolo, ma che era veramente verbale. Per meglio dire, tu lo dicevi al tuo medico di base che, se ti reputava idoneo, segnalava il tuo nome al responsabile al responsabile del piano vaccinale». E perché Scanzi Andrea sarebbe stato ritenuto idoneo? Perché «figlio unico e caregiver famigliare, avendo due genitori nella categoria fragili». Quindi: «Tutto regolare, tutto alla luce del sole. Con buona pace di qualche imbecille (compreso qualche finto amico e pseudo-politico) che ha provato a fare polemica anche su un gesto che voleva, e vuole, esortare alla vaccinazione. Poveri imbecilli». Loro imbecilli e non vaccinati. Lui intelligente, simpatico e vaccinato. La vita sa essere davvero molto ingiusta.

Naturalmente Scanzi si è beccato un sacco di insulti social. «È una vergogna che la sua vaccinazione sia avvenuta prima di altre persone più fragili», il commento medio letto su Facebook. Del resto, essere «il giornalista italiano più seguito sui social» (Scanzi Andrea pubblica volentieri i report di Sensemakers che segnalano i 9 milioni di interazioni mensili) ha il suo prezzo da pagare: non puoi vincere le Olimpiadi di nuoto e pretendere di uscire dalla piscina asciutto. Lui ha pensato di difendersi con un post (che per alcuni ha peggiorato le cose) la cui tesi forte era: si può fare, fatelo anche voi.

Anche perché ieri, magicamente, la Asl Toscana Sud-Est ha pubblicato un modulo online per gli aspiranti panchinari non giornalisti e non star del web. «Vediamo se funziona per tutti o vale solo per gli amici degli amici», scrive qualcuno al giornalista.

Ecco vediamo. E buon vaccino a tutti.

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