Cronache

Scena muta degli indagati per la morte di Luca Oggi tocca ad Anastasiya: i segreti nella chat

L'amico Princi incastrato dai video di una telecamera sul traffico di droga

Scena muta degli indagati per la morte di Luca Oggi tocca ad Anastasiya: i segreti nella chat

Roma Muti. Interrogati in carcere, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Valerio Del Grosso, Paolo Pirino, Marcello De Propris e Giovanni Princi non hanno parlato. Solo una dichiarazione di Del Grosso. Un disco rotto: «Non volevo ucciderlo, ma spaventarlo. Quella era la prima volta che prendevo in mano una pistola». Parole già dette ai suoi amici e al suo datore di lavoro («Ho fatto un macello, volevo solo mettergli paura»). Di fatto sono molti i testimoni che vedono il 21enne di Casal Monastero estrarre la 38 special da una tasca, puntarla con il braccio teso verso la nuca di Luca Sacchi e sparare per arraffare lo zaino con i 70mila euro di Anastasiya. Lo vedono Domenico Costanzo Marino Munoz, amico di Luca, Massimo Leardini, Simone Murraca e Tommaso Canessa, tutti testimoni oculari, presenti sul posto mentre Sacchi viene ucciso.

Fondamentali le immagini da una telecamera, una «Dash Cam» montata sullo specchietto retrovisore della Fiat Panda di Canessa, parcheggiata sul luogo dell'omicidio. Anche Alessandro Gennarini assiste alla scena, e nota che il killer ha una chiave di violino tatuata sul collo. «Dacce la borsa» ricorda di aver sentito Munoz prima di vedere Anastasiya colpita con una mazza di colore nero mentre un altro punta una pistola contro Luca. Nessun avvertimento, un colpo diretto alla testa della vittima dalla distanza di due metri. Tanto che per il gip, «Del Grosso non ha esibito l'arma per minacciare ma per uccidere. Ha ritenuto di dover passare alla soppressione fisica del soggetto che stava per rendere vano il suo sforzo per assicurarsi il denaro» scrive. Una rapina anziché uno scambio di soldi e «roba». I pm sottolineano che, quando viene portato in questura, Del Grosso appare «per nulla colpito dall'aver causato la morte di un ragazzo, sorridendo si è offerto con aria irridente alle telecamere al momento del fermo». Pirino, accusato di concorso in omicidio, non poteva non sapere. Le dichiarazioni dell'interrogatorio di garanzia, «Non sapevo fosse armato», vengono smentite dalle intercettazioni. «Vengo con quell'amico mio fulminato» dice Del Grosso a Marcello De Propris quando passa a prendere l'arma. Giovanni Princi, l'acquirente dei 15 chili di erba assieme ad Anastasiya, non parla ma è «molto addolorato per la morte del suo amico Luca, a cui era legato» spiega l'avvocato Massimo Pineschi. «Giovanni è scosso - continua - è alla sua prima esperienza in carcere. Valuteremo se ricorrere al Riesame». Princi è il compratore del carico di droga. È lui a prendere contatto con gli emissari di Del Grosso, Simone Piromalli e Valerio Rispoli, e ad accordarsi con l'omicida la sera stessa in via Latina. Per gli inquirenti Princi è un acquirente abituale del gruppo. Le telecamere del negozio To Hell lo inquadrano mentre cammina assieme a Piromalli e Rispoli. Del Grosso e Marcy, ovvero De Propris, vendono droga a chili e la consegnano a domicilio. Tanto che De Propris e un suo collega, Mauro Mannu, sono intercettati dalla polizia da quando vengono fermati su un'auto con 72mila euro a bordo.

Stamattina interrogatorio di Anastasiya Kylemnyk, la 25enne di origini ucraine fidanzata della vittima accusata di spaccio di droga. Il sospetto è che la donna sia un corriere usato dai ragazzi bene della Caffarella. «Tramite Signal Luca mi ha chiesto di passare la serata con lui», mette a verbale Munoz.

Su questo social «criptato», usato anche da Anastasiya per i suoi contati criminali, la chiave del giallo.

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