Matteo Renzi chiude il caso di buon mattino con un tweet dei suoi: «I candidati del Pd li scelgono i cittadini con le primarie, non soggetti esterni. In Emilia Romagna vinca il migliore». È il via libera alle consultazioni del 28 settembre, il che significa che non ci saranno interventi per bloccare la corsa del favorito Stefano Bonaccini, renziano di stretta osservanza anche se non della prima ora, segretario regionale del Pd indagato per peculato nell'inchiesta sui rimborsi spese dei consiglieri regionali.
Giovedì pomeriggio Bonaccini, depositata la candidatura alle primarie, era corso a Roma per capire le intenzioni dei vertici del partito. Tirava un'aria pesante, ma sarebbe stato peggio bloccare la macchina pre-elettorale e imporre una candidatura dal quartier generale del Nazareno. E poi il segretario-premier vuole avere il polso del suo elettorato. Quel «vinca il migliore» significa che Renzi non tira la volata al renziano. L'indagato Bonaccini dovrà sudare per strappare la candidatura, se è vero che la base del partito (come dimostrano gli applausi di maniera strappati l'altra sera dal palco della festa dell'Unità) non è affatto contenta di dover votare un indagato (Bonaccini) per sostituire un condannato (Vasco Errani).
Il via libera alle primarie è anche un ramoscello d'ulivo verso la minoranza interna. Pier Luigi Bersani aveva detto l'altro giorno che Renzi premier avrebbe dovuto lasciare la segreteria e che per le liste regionali «bisogna reagire: Roma e Bologna devono metterci la faccia e prendere una decisione». Anche Romano Prodi è nervoso per la gestione renziana del partito: ieri l'ex segretaria del circolo cui era iscritto il Professore, Cecilia Alessandrini, ha condiviso il «disagio» dei civatiani che hanno lasciato la segreteria del Pd bolognese.
Bonaccini ora preme sull'acceleratore. Il suo rivale, l'ex sindaco di Forlì Roberto Balzani, è un outsider, un professore universitario sbarcato in politica nel 2007 che potrebbe coagulare il malessere diffuso nel Pd. Il segretario regionale lancerà la sua campagna per le primarie domenica mattina alla festa dell'Unità, segno che alle spalle ha la struttura ufficiale del partito. Un modo per ostentare sicurezza, nonostante il suo nome sia ancora iscritto nel registro degli indagati della procura di Bologna.
La sua posizione sembra alleggerita e avviata all'archiviazione: 4.300 euro di spese non documentate in 19 mesi sono poca cosa. Ma la decisione non sarà presa in pochi giorni, probabile che i giudici si esprimano dopo le primarie. Ora comunque il vero nodo è politico: Bonaccini è stato il braccio destro di Renzi nella campagna per le primarie, è segretario del Pd nella regione italiana in cui il partito è più forte e membro della segreteria nazionale (responsabile enti locali).
È un recordman di poltrone accumulate alla faccia del rinnovamento renziano. Da consigliere regionale intasca sugli 8.000 euro netti al mese tra indennità e benefit, e si fa rimborsare pranzi, cene e benzina senza scontrini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.