Di nuovo sul plateau. A una quota per fortuna molto più bassa rispetto a qualche settimana fa, quando i numeri non salivano e non scendevano ma erano sette o otto volte superiori. Quindi godiamoci questo piattume.
I nuovi casi registrati ieri sono 642, un po' in meno rispetto ai 665 di mercoledì. Circa la metà arrivano dalla Lombardia dove sono stati 316 (83 in provincia di Milano e 38 nel capoluogo, 77 in provincia di Brescia), mentre il Piemonte e fa registrare 105 e la Liguria 55. Il dato dei nuovi casi va sempre ponderato con il numero dei tamponi refertati, che ieri sono stati tanti (71.679), il che vuol dire che il tasso di contagio è ancora inferiore all'1 per cento (0,89). I tamponi effettivi, vale a dire quelli su nuovi soggetti, sono 40.644. Va detto però che in Lombardia questo tasso è un po' più alto (316 casi per 14.702 tamponi, pari al 2.15 per cento) quasi quattro volte rispetto alla media nazionale senza Lombardia (0,57).
I casi totali sono 228.006, con la Lombardia in testa con 86.091 e dietro Piemonte (29.990) e Emilia-Romagna (27.417). I casi attivi sono 60.960 (la diminuzione è di 1.792 casi) dei quali 26.715 in Lombardia, 8.710 in Piemonte e 4.926 in Emilia-Romagna. Di essi 640 sono in terapia intensiva, con una diminuzione costante che ieri ha fatto registrare un -36, 9.269 sono ricoverati in reparti ordinari e 51.051 sono in isolamento domestico fiduciario.
Crescono i guariti (2.278 in più, per un totale di 134.560) mentre scendono di pochissimo i morti, che ieri sono stati 156 (mercoledì erano stati 161, martedì 162) e che in totale sono 32.486, con la Lombardia sempre in testa con 15.727 (il 48,41 per cento del totale). La Lombardia spicca anche per il tasso di mortalità, calcolato mettendo in rapporto i decessi con i casi totali: nella regione più popolata d'Italia questo indice è del 18,27 per cento, la media nazionale del 14,24, il dato dell'Italia senza Lombardia addirittura dell'11,80.
E a proposito di deceduti, il dato i numeri potrebbero essere notevolmente sottodimensionati. L'analisi della mortalità pubblicata dall'Inps segnala che dal 1° marzo al 30 aprile si sono registrati in Italia quasi 46.909 morti in più rispetto a quelli statisticamente attesi, che erano 109.520. Considerato che nei due mesi i morti ufficiali per Covid sono 27.938, ci sarebbero 18.971 decessi «fantasma», statisticamente anomali ma probabilmente, al netto di qualche plausibile lieve scostamento statistico, di «covidizzati» fantasma. «Tenuto conto che il numero di decessi è piuttosto stabile nel tempo - si legge nell'analisi - con le dovute cautele possiamo attribuire una gran parte dei maggiori decessi avvenuti negli ultimi due mesi rispetto a quelli della baseline riferita allo stesso periodo, all'epidemia in atto.
La distribuzione territoriale dei decessi strettamente correlata alla propagazione dell'epidemia e la maggiore mortalità registrata degli uomini rispetto alle donne è coerente con l'ipotesi che la sovra-mortalità sia dovuta a un fattore esterno». Inoltre le aree più colpite dal Covid sono anche quelle dove si è registrata un'impennata dei decessi.
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