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Schengen sospeso per il vertice G7. Ma ai confini ad Est nessuno fa la guardia

Un mese di stop al libero transito. I valichi triestini con un solo agente

Schengen sospeso per il vertice G7. Ma ai confini ad Est nessuno fa la guardia

Roma - Controlli alle frontiere e Shengen sospesa fino a fine mese, in occasione del G7, in programma a Bari fino a domani e a Taormina il 26 e 27 maggio. Peccato che ai valichi friulani non ci sia nessuno e gli ingressi siano tutt'altro che verificati. La denuncia arriva dal Sap, sindacato autonomo di polizia.

È il segretario provinciale di Trieste, Lorenzo Tamaro, a spiegare come, «da un sopralluogo, si sia appreso che alcuni posti di frontiera sono totalmente sguarniti». Dopo il 2007, con l'apertura dei confini e l'introduzione della libera circolazione in Europa, i 28 valichi dell'area triestina furono lasciati senza controlli. Un tempo ve ne erano di prima e seconda categoria, controllati 24 ore al giorno e agricoli, che alle 20 chiudevano. C'erano, solo a Trieste, 260 uomini della polizia di frontiera a verificare gli ingressi. Con Shengen tutto cambiò. Oggi i 54 chilometri di confine sono pressoché fuori controllo. Gli agenti sono rimasti 100, affiancati da militari dell'esercito. Ma con la nuova disposizione non si hanno abbastanza risorse, quanto a persone, per effettuare le dovute verifiche sugli accessi. «Abbiamo chiesto da tempo - proseguono dal sindacato - che venissero predisposti dei rinforzi alla polizia di frontiera, in termini di uomini e mezzi, con personale qualificato a svolgere questo tipo di mansione in considerazione del fatto che rispetto al 2007, quando erano ancora attivi i valichi confinari (più di una ventina sul territorio giuliano), oggi mancano all'appello più di 150 unità. Richieste le nostre che non hanno trovato alcuna risposta né scritta, né ancor peggio nei fatti». Il rinforzo sarà dato dalle altre specialità, come la polizia stradale, la polizia ferroviaria e i commissariati della provincia di Trieste e non da personale attinto da altre provincie, specializzato e preparato sulla materia come quello della polizia di frontiera. Il motivo è ampiamente percettibile: non ci sono uomini, il deficit nella polizia di Stato è tale (circa 18mila unità a livello nazionale, 250 in ambito provinciale) da non poter colmare le necessità.

La situazione più emblematica si ha al valico di Rabuiese, dove gli operatori occupano una carreggiata della sede autostradale protetti solo da coni plastificati, senza illuminazione adeguata e un solo pannello luminoso a indicare il controllo di polizia (in italiano). Mancanze queste che mettono a rischio la sicurezza degli operatori e li espongono, oltre a serio pericolo per la propria incolumità, a tutte le intemperie climatiche. Sull'argomento è intervenuto anche il segretario generale del Sap, Gianni Tonelli: «La situazione dei valichi del Friuli è la medesima in tutta Italia. La mannaia della spending review, che ha tagliato 45mila unità nelle forze ordine, di cui 18mila solo nella polizia di Stato, determina lacune incolmabili, che i cittadini patiscono ogni giorno e che in occasioni straordinarie come quella del G7 mettono a nudo una situazione drammatica dell'apparato sicurezza.

La strada da perseguire non è la chiusura dei nostri uffici, ma una politica più attenta al settore».

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