Schiaffi per la sospensione. E lui denuncia la mamma

Caro sedicenne di Padova che hai denunciato tua mamma perché ti ha assestato un sonoro e sacrosanto schiaffo per una sospensione scolastica (la seconda), da dove iniziare?

Schiaffi per la sospensione. E lui denuncia la mamma

Caro sedicenne di Padova che hai denunciato tua mamma perché ti ha assestato un sonoro e sacrosanto schiaffo per una sospensione scolastica (la seconda), da dove iniziare? Provare a spiegarti che le madri esasperate non si segnalano ai carabinieri per un ceffone «correttivo» ci sembra la più banale, anche se evidentemente tu ignori persino questo principio. Così come, altrettanto evidentemente, ti rimane oscuro il concetto che la scuola è una chance e non una catena. E la mattina non si entra in classe con lo scopo di disturbare compagni e professori e di farsi sospendere. E non hai nemmeno capito la regola base del gioco più semplice e antico del mondo: o si sta con le guardie, o si sta con i ladri.

Malgrado la tua giovane età, infatti, dando una scorsa al terminale, l'agente che ha raccolto la tua denuncia ha notato una serie di precedenti poco edificanti a tuo carico: furto, ricettazione, spaccio di stupefacenti, porto abusivo d'arma. Ora, è curioso che uno che si allena da «bossetto» di quartiere a infrangere leggi e regole, uno che si aggira per le strade di Padova con fare smargiasso da delinquentello consumato, corra poi a farsi difendere dai «caramba» mostrando il segno rosso della «bua» sulla guancia. Se passi il tempo a cercare di fregare la polizia, è paradossale (pardon, significa assurdo, illogico...) che poi tu vada dalla stessa polizia a lamentarti di chi, a tuo avviso, ha commesso abusi. È quasi comico, a dire il vero. Sarebbe invece tutt'altro che comico, e saremmo davvero costretti a rivolgerti un milione di scuse che ancora non basterebbero, se questa tua «capatina» in questura fosse in realtà, consciamente o inconsciamente, una richiesta d'aiuto. Se fosse un modo di far entrare «la norma» in una situazione che normale non è (un tuo disagio, un tuo spavento, una tua incapacità vera di difenderti da qualcosa o da qualcuno), allora saremmo felici e orgogliosi del piccolo, furbissimo gesto che hai messo a segno. Ci terremmo, in un caso e ancor più nell'altro, che da qualche parte iniziassi a metterti a posto. A prendere il ritmo della vita. Per te, ancor prima che per tutti gli altri. A smetterla con le sospensioni, le rabbie, le liti con la mamma e tutto il resto di cui hanno traccia in questura e che è di certo ancora peggio di una rispostaccia al prof. A sedici anni non ci si crede mai: ma nella vita diventa tardi prestissimo.

La gioventù bruciata è romantica,

la mezza età bruciata, per niente. Ma lasciati dire che se di disagio non si trattasse e di richiesta d'aiuto neppure, denunciare tua madre è stata la cosa meno virile che hai fatto nella tua breve eppur randagissima vita.

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