Schiaffo ai poliziotti costretti a comprarsi le divise per l'estate

Il ministero dell'Interno non ha fondi e il sindacato lancia una raccolta fondi per chiedere aiuto ai cittadini

Poliziotti costretti a comprarsi le divise estive. E chi non può, può sempre far rammendare quelle vecchie. E magari, vista l'imminente bella stagione, far rimuovere l'imbottitura invernale per evitare una sauna. Sembra l'inizio di un racconto surreale, ma accade in Italia. E il sindacato di polizia Consap chiede aiuto a tutti gli italiani perché donino un obolo per vestire i poliziotti.

«In un'Italia di sprechi, la polizia è messa sempre al fondo del fondo. Questo ci fa capire quanto poco valga la sicurezza da noi, quanta poca attenzione presti il ministero dell'Interno a chi ogni giorno è sul campo per garantire la sicurezza di tutti». È la conclusione a cui è giunto il dirigente nazionale del Consap, Igor Gelarda, che aggiunge: «Mi domando che impressione debba dare ai cittadini una polizia che non riesce a dotare i propri uomini delle divise per lavorare e li costringe a comprarsele. Se fossi un cittadino mi preoccuperei se chi gestisce la sicurezza non riesce a fornire il minimo indispensabile».

Uno stato di cose che non scivola via come niente, ma ferisce i poliziotti. «L'impatto che questa situazione di disorganizzazione, di mancanza di fondi e di sostanziale abbandono da parte del Governo ha sugli agenti è forte. Sono scoraggiati e la disillusione prende il sopravvento. Come si può lavorare serenamente in questo modo?» - dice Gelarda.

Se questo è poco, c'è ancora dell'altro ad aggiungere sale al paradosso. Perché la vecchia uniforme è diversa da quella nuova. Quindi il Corpo di polizia tanto «uniforme» non sembra. Le divise estive dell'anno scorso, le cosiddette atlantiche, hanno cinturone bianco e camicia, quelle nuove sono dotate di cintura blu scura e t-shirt. È diversa anche la tonalità di blu.

Se l'intento del ministero dell'Interno era quello di spiazzare i malviventi dando l'immagine di più Corpi di polizia in campo contro il crimine, l'idea non sembrerebbe funzionare affatto. Dà invece contezza del disagio vissuto dalla polizia, come confermato dal Consap. «Anche un normalissimo ammodernamento delle divise è qualcosa che il ministero dell'Interno non riesce a gestire perché è troppo oneroso - commenta il segretario nazionale generale del Consap, Giorgio Innocenzi -. Sono dolori. In molte città d'Italia, da Roma a Lucca, da Milano a Messina, da Palermo a Pistoia, i magazzini che dovrebbero rifornire i poliziotti con questa divisa nuova non hanno capi a sufficienza per tutti. E così le volanti che dipendono dai Commissariati, che mediamente sono poco meno della metà di quelle che sono presenti in una città (mentre le altre dipendono direttamente dalla Squadra Volanti) e anche buona parte dei poliziotti della Stradale non hanno le nuove divise e non si sa ancora di preciso quando arriveranno».

Un poliziotto (che preferisce mantenere l'anonimato) confessa di sentirsi «poco considerato da chi sta ai piani alti». «Sembra che ci considerino una forza dell'ordine di serie B - dice -. Eppure ogni giorno con abnegazione ci impegniamo per la sicurezza del nostro Paese. Oggi ci chiedono di comprarci le divise, domani magari dovremo ricorrere alle nostre tasche per l'acquisto delle armi e delle macchine».

La raccolta fondi lanciata dal Consap ha il sapore di una provocazione, ma il conto corrente

bancario su cui chiunque può fare un'offerta per la polizia di Stato c'è davvero. È IT75G0200805181000300410812 Unicredit intestato a Consap Segreteria Nazionale, con la causale «contributo acquisto divise polizia italiana».

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