Schiaffo a Londra: ora Alfie è italiano

Il governo concede la cittadinanza. E i medici rinviano il distacco dalle macchine

Schiaffo a Londra: ora Alfie è italiano

La Gran Bretagna è troppo distratta dalla gioia per il terzo «royal baby» per poter dedicare un sorriso a un altro piccolo suddito della Regina molto meno regale. Così a tirare un sospiro di sollievo per Alfie Evans, ventitré mesi, ricoverato nell'ospedale Alder Hey di Liverpool per una grave malattia neurodegenerativa, ci pensano i genitori Thomas e Kate (l'altra Kate). Ci pensano le persone che da giorni stazionano davanti all'ospedale per cercare di impedire che siano staccate le macchine che tengono in vita il piccolo e che ieri hanno tentato di fare irruzione nel nosocomio . Ci pensiamo noi italiani, che ieri ci siamo impossessati della sorte di Alfie, concedendogli la cittadinanza nella speranza che questo aiuti il trasferimento da noi di Alfie. C'è già un ospedale pronto a prendersene cura, il Bambino Gesù di Roma, la struttura pediatrica che fa capo a papa Francesco, che qualche giorno fa ha incontrato papà Tom e lo ha invitato a tener duro. E il padre Tom spera che oraAlfano contatti l'omologo inglese Boris Johnson per studiare i prossimi passi. «Alfie appartiene all'Italia», dice il genitore. Curiosa la coincidenza di due città - Liverpool e Roma - che oggi saranno avversarie sui campi di calcio ma che in queste stesse ore sono alleate nella lotta per salvare un piccolo essere umano.

Ieri è stato un bel giorno per Alfie. Eppure sarebbe dovuto essere il suo ultimo giorno. Dapprima l'ennesimo atto pilatesco dei giudici della Corte Europea dei diritti umani, che dopo sollecitazione dei familiari del bambino, convinti di avere intravisto segni di miglioramento del figlio, hanno deciso di non intervenire nella vicenda, come già avevano fatto nel caso di Charlie Gard, assai simile e finito con la morte del piccolo il 28 luglio 2017 a un anno meno pochi giorni. Quindi nel primo pomeriggio sarebbe dovuto partire il protocollo di morte. Tutto era già stabilito per filo e per segno. Ad Alfie sarebbero stati somministrati un mix di ansiolitici e analgesici, poi sarebbe stato posizionato sui grembi dei genitori per i suoi ultimi minuti. Quindi il colpo di scena. Procedura sospesa, una piccola fiammella che si riaccende. La motivazione non è chiara, forse la cittadinanza italiana ha influito nella scelta, ma forse no. Fatto sta che Flo Hoy, un amministratore della pagina Facebook dell'«Alfiès Army», comunica che l'avvocato della famiglia è riuscito a ottenere questo successo parziale.

Quindi timore e speranze continuano ad andare a braccetto. Ieri nell'ospedale di Liverpool si è affacciata anche Mariella Enoc, presidente dell'ospedale Bambino Gesù, invitata da papà Tom. La Enoc ieri mattina ha preso un volo e ha portato alla famiglia Evans la solidarietà sua e del Papa. La Enoc ha chiesto anche di incontrare i dirigenti dell'ospedale, ma non è stata accontentata. «Sento tutta la mia impotenza. Sono qui e sono a disposizione qualsiasi cosa mi chiedano. L'ospedale sa che sono qui ma mi hanno detto che non mi vogliono ricevere».

La concessione da parte dei ministri degli Esteri Angelino Alfano e dell'Interno Marco Minniti, della cittadinanza ad Alfie nella speranza che preluda a un trasferimento nel nostro paese ha fatto gioire la politica italiana.

E in particolare Giorgia Meloni, che aveva espressamente richiesto questo atto: «È uno di quei giorni in cui ti ricordi che la politica può farti fare grandi cose. Da mamma, da italiana e da presidente di partito ringrazio di cuore il presidente del Consiglio Gentiloni e i ministri Alfano e Minniti», le parole della presidentessa di Fratelli d'Italia.

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