Lo schiaffo di Trump a Zelensky: "Un venditore, basta soldi a Kiev"

Donald: "Lasciava la Casa Bianca portando via milioni. Garanzie? Le daremo". E parla con Putin: "Non lo vuole vedere, non gli piace"

Lo schiaffo di Trump a Zelensky: "Un venditore, basta soldi a Kiev"
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Nuovo cambio di passo di Donald Trump sull'Ucraina. Dopo l'incontro rilassato e amichevole nello Studio Ovale con Volodymyr Zelensky (scortato dai leader europei), il presidente americano lancia una stoccata al leader di Kiev, accusandolo di essere stato "il più grande venditore del mondo". "Ogni volta che se ne andava dalla Casa Bianca si portava via milioni di dollari", sottolinea il tycoon, ribadendo un'affermazione fatta numerose volte negli ultimi mesi. "Vladimir Putin non vuole incontrare Zelensky perché non gli piace", prosegue The Donald, rispondendo a chi gli chiede come mai lo Zar del Cremlino sia riluttante a vedere il suo omologo di persona. Mosca, contrariamente a quanto detto la settimana scorsa da Trump, fa sapere che non ci sono piani per tali colloqui, e il ministro degli Esteri Serghei Lavrov precisa che l'agenda di un eventuale summit "non è affatto pronta". Trump, da parte sua, ribadisce come un mantra che se lui fosse stato presidente, "la guerra in Ucraina non sarebbe mai iniziata", ma allo stesso tempo ammette che pensava sarebbe stato "facilissimo" mettere fine al conflitto, e "invece è molto complicato".

L'inquilino della Casa Bianca conferma di aver parlato con Putin dopo il vertice con i leader europei e quello ucraino del 18 agosto: "Sì, l'ho fatto", risponde a un giornalista. "Ogni conversazione che ho con lui è una buona conversazione - chiosa - E poi, sfortunatamente, viene lanciata una bomba su Kiev o da qualche altra parte, e questo mi fa arrabbiare molto". Il comandante in capo si dice comunque convinto che "porremo fine alla guerra", ma senza fornire ulteriori dettagli, visto che il suo piano di riunire i presidenti dei due paesi attorno allo stesso tavolo sembra essersi arenato. "Il ruolo dell'America non è più quello di custode della pace, ma quello di artefice della pace", spiega, e quando gli viene domandato quale sia lo stato dei colloqui, ripete: "Non vanno molto d'accordo" ma "penso che sia appropriato che si incontrino", precisando che il conflitto si è rivelato essere uno "scontro tra caratteri". "Vedremo cosa succederà tra una o due settimane e a quel punto interverrò io", assicura.

Riguardo Putin, ritiene che "non sia stato facile per lui andare in Alaska", e la definisce "una grande concessione", mentre Zelensky considera una "vittoria" per il leader russo il fatto di essere stato accolto sul suolo americano dopo dieci anni. Trump spiega inoltre che il suo colloquio con la controparte di Mosca si è concentrato sul desiderio di "denuclearizzazione", assicurando che "coinvolgeremo la Cina" in questo dialogo. E parlando degli aiuti militari a Kiev, sottolinea che "non spendiamo più alcun soldo per l'Ucraina, noi trattiamo con la Nato e non con loro", e afferma che non sono state discusse garanzie di sicurezza specifiche, ma che gli Usa saranno in campo per questo.

Il team americano, intanto, nel fine settimana incontrerà quello ucraino per discutere la possibilità di futuri colloqui di pace tra Kiev e Mosca, riferisce Zelensky. "Oggi ci sarà un incontro con Kellogg per approfondire questo argomento, per sviluppare i preparativi per un possibile futuro incontro con la controparte russa. Alla fine della settimana si vedranno la squadra ucraina e quella americana", rivela, osservando che "ci sarà molto lavoro durante questi giorni".

Riguardo la tempistica del vertice tra i leader, invece, osserva che dipende esclusivamente da Mosca e Washington. "Perché sono stati gli Stati Uniti a proporre, lo ricordo, il 7 marzo un cessate il fuoco - dice - Noi lo abbiamo sostenuto".

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