Schlein benedice la piazza anti-occidentale, ma spacca il partito

Delegazione dem al corteo pacifista. E Picierno sbotta: "Un corto circuito che ci isola e ci scredita"

Schlein benedice la piazza anti-occidentale, ma spacca il partito
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Poche idee ma confuse, ai vertici del Pd. Una di queste è riportare il partito su posizioni apertamente anti-occidentali (dopo tanta fatica fatta per accreditarlo in Occidente).

Non stupisce più di tanto l'adesione alla manifestazione pacifista di sabato a Roma, al fianco degli ormai immancabili compagni di viaggio: 5 Stelle e Avs. «Qualcuno del Pd ci sarà» hanno garantito al Nazareno, e anche se quel qualcuno non sarà Elly Schlein (nella foto) (impegnata ad Amsterdam con la concomitante riunione di Socialisti e Verdi olandesi) la leader dem appare sempre più convinta della sua linea, una deriva a sinistra che imbarazza e inquieta i riformisti e moderati che ancora sono nel partito. «Un corto circuito destinato a minare la nostra credibilità e ad isolarci» sbotta Pina Picierno, vicepresidente dell'Europarlamento, a proposito delle adesioni di Pd. «Mi pare un po' difficile - osserva - confondere il lavoro che stiamo facendo in Europa per migliorare il piano di sicurezza e difesa comune con l'adesione, qualunque sia la forma, a una manifestazione che ne contesta radicalmente i suoi principi».

Non stupisce, la partecipazione al corteo di una delegazione del Pd di Schlein, ma certifica - se ancora ce ne fosse bisogno - l'allontanamento da ogni prospettiva «di governo» del principale partito della sinistra italiana e della sua coalizione, il campo largo, i cui contraenti hanno poche cose in comune - basti pensare alla guerra della Russia contro l'Ucraina - ma sembrano unite nell'ostilità verso la tradizionale appartenenza dell'Italia alla sfera occidentale.

Tra i promotori del corteo di Roma figurano Arci, Ferma il Riarmo, Attac e Transform Italia. E all'evento si contano circa 300 adesioni, per lo più nel mondo del pacifismo di sinistra e cattolico.

L'appuntamento fa parte della campagna europea «Stop Rearm Europe» ed è stato convocato in vista del vertice Nato che si terrà all'Aja dal 24 al 26 giugno. La mobilitazione è stata concepita insomma come un grande «controcanto» rispetto al vertice dell'Alleanza atlantica. E già dal nome si contrappone anche al piano di riarmo europeo. Ci saranno con grande entusiasmo i 5 Stelle. E ci sarà l'Avs di Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Ilaria Salis.

L'evento si propone insomma come l'ideale replica della manifestazione che sabato 7 si è celebrata «per Gaza», cioè contro Israele, o della marcia Marzabotto-Monte sole, che voleva costruire un'assurda equazione tra le stragi naziste e le operazioni militari condotte da Israele. Tutte piattaforme politiche su cui i dem e i loro alleati non hanno avuto niente da eccepire.

D'altra parte il retroterra culturale di una sinistra diffusa spinge decisamente in questa direzione, e si vede chiaramente proprio dalla posizione sulla guerra in corso in Medio-oriente. Basti pensare che Tomaso Montanari, intellettuale di riferimento dell'evento dei «sudari», ancora ieri a la 7 spiegava che il premier israeliano è «un criminale» che «per camuffare l'enormità del genocidio che sta perpetrando a Gaza dice Donna, vita, libertà e comincia a massacrare i civili iraniani».

Intanto Ginevra Bompiani, già candidata con Michele Santoro alle Europee, ospite nella stessa tv si è scagliata contro Israele spiegando che è «una teocrazia» come l'Iran, ma - ha aggiunto - «non c'è paragone» perché l'Iran «non è uno Stato genocida», per poi minimizzare anche la prigionia in

Iran della giornalista Cecilia Sala: «Oh, capirai - ha detto - se l'è cavata molto bene, non mi sembra che abbia sofferto molto». «Mi dispiace molto - ha concluso - ma tra Cecilia Sala e il popolo di Gaza non c'è paragone».

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