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Schlein chiama alla piazza e poi cambia idea. La manifestazione del Pd finisce in testacoda

Elly glissa sulla premier: "Faccio fatica a capire che lingua sta parlando". E si rimangia la protesta contro il premierato

Schlein chiama alla piazza e poi cambia idea. La manifestazione del Pd finisce in testacoda
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Dall'armocromia alla schizofrenia politica. Elly Schlein arriva a Milano all'Arco della Pace e infila subito due dichiarazioni in contraddizione. «Faccio fatica a capire che lingua sta parlando e che film sta vedendo. Giorgia Meloni sta cancellando la libertà delle persone», dice la segretaria. Dopo pochi minuti si smentisce: «La piazza del Pd non è contro qualcosa o qualcuno». Intanto Schlein va in testacoda sulla piazza del 2 giugno a Roma. L'evento di oggi, presentato meno di un mese fa come una grande mobilitazione, diventa una manifestazione locale dei dem romani. Pesano le defezioni dei dirigenti del Pd che saranno a fare campagna elettorale sul territorio. Ma anche il timore di irritare il Capo dello Stato Sergio Mattarella nel giorno della Festa della Repubblica. A meno di 24 ore dal comizio romano di Schlein, un deputato del Pd di prima fila cade dalle nuvole: «Non sapevo nemmeno la facessero a piazza Testaccio». Eppure la segretaria, solo l'8 maggio scorso, presentava l'iniziativa come una mezza rivoluzione. «Il 2 giugno faremo una grande manifestazione a difesa dell'Italia e dell'Europa, contro il premierato e l'autonomia», aveva detto Schlein. E ancora: «Faremo muro con i nostri corpi». Ora la piazza si è sgonfiata e nella chat dei parlamentari del Pd non è arrivata nemmeno una convocazione da parte dei vertici del Nazareno. Oggi saranno presenti, oltre a Schlein, esponenti di Roma e del Lazio.

La segretaria prova a consolarsi a Milano, in attesa della chiusura della campagna elettorale a Padova prevista per il 7 giugno. Nella stessa piazza e nella stessa data dell'ultimo comizio di Enrico Berlinguer nel 1984. Schlein attacca il governo e chiude l'intervento con un «Viva l'Italia antifascista». Sale sul palco accompagnata da una canzone di J-Ax che riporta le parole di un suo discorso in cui faceva il verso a Giorgia Meloni: «Sono una donna, amo un'altra donna, non sono una madre ma non per questo sono meno donna». Poi torna su un cavallo di battaglia: «Difenderemo la sanità pubblica dai tagli di questo governo». Sempre sullo stesso filone: «È inutile una premier donna che mette gli antiabortisti nei consultori». Quindi l'autocritica sulla cittadinanza agli stranieri: «Abbiamo sbagliato come sinistra a non fare quella riforma». Sull'immigrazione ringrazia Cecilia Strada, capolista Pd al Nord Ovest, già attivista dell'Ong Resq, accanto a Schlein a Milano, che «con il suo corpo ha fatto quello che dovrebbe fare l'Unione Europea». La leader del Pd vede «un'Europa progetto di pace» e dice «no al nazionalismo che ha prodotto sempre la guerra».

Schlein rilancia sul riconoscimento della Palestina, ma vuole infiammare la piazza - 5mila persone secondo il Pd - con l'antifascismo: «Noi siamo orgogliosi della nostra identità antifascista, Meloni non può dire la stessa cosa».

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