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Le variazioni sul tema dell'eleganza maschile di Armani sono come le variazioni Goldberg di Bach: un segno di coesione e continuità che non ha eguali nella storia dello stile. Ieri lo stilista-imprenditore ha fatto sfilate con la collezione uomo del prossimo inverno un nuovo oggetto da indossare: la sciarpa con le maniche. Più calda e avvolgente del vecchio mantello, più forte e interessante delle tante assurdità create solo per far notizia nel mondo della moda, la nuova sciarpa è il frutto di tante riflessioni che vanno dal dilagante bisogno di calore e conforto in una società che non è mai stata tanto fredda e violenta, al tipico paradigma vestimentale dell'uomo Armani. «Il classico con ogni tanto lo stupore» dice infatti il maestro nel backstage raccontando che Michele Placido complimentandosi per lo show l'ha paragonato a un grande direttore d'orchestra che per dar carattere alla perfetta esecuzione di una partitura musicale ogni tanto inserisce una nota distonica. È esattamente così. La sciarpa compare alla sesta uscita e all'inizio sembra una lunga pashmina arrotolata su entrambe le braccia per proteggere dal gelo un uomo freddoloso oppure uno sportivo che anche in pieno inverno gira senza cappotto. I giovani lo fanno spesso, non si capisce bene perché ma pazienza: ecco uno dei tanti cambiamenti che la moda non può permettersi d'ignorare. Inutile dice che in collezione i cappotti ci sono, uno più bello dell'altro, e non mancano nemmeno giubbotti, parka e il nuovo eskimo che è un lussuoso giaccone con cappuccio in pelle, montone oppure tessuto imbottito. L'idea di fondo, però è qualcosa che avvolge ed esalta il corpo maschile mentre lo riscalda.
«Non solo caldo fisicamente ma anche caldo di testa e di cuore» spiega Re Giorgio di questo suo uomo che indossa superbe giacche mono o doppiopetto ma in ogni caso con l'abbottonatura alta, i pantaloni più comodi di quanto la moda non abbia comandato negli ultimi tre anni e quei colori tipo il burgundy sul grigio oppure il verde scuro sul blu di mezzanotte che sono un'altra piccola variazione sul classico. «Colori donanti ma plausibili conclude gli uomini ci mettono più tempo delle donne per accettare i cambiamenti nel guardaroba: bisogna dare un senso ai vestiti che cambiano». Ne sa qualcosa anche Mauro Ravizza Krieger che per Pal Zileri (marchio del Grupp Forall di proprietà del Fondo Reale del Qatar) ha creato una specie di smoking da giorno, ovvero un classico tre pezzi sartoriale con il gilet sul pullover a collo alto oppure con la fascia che fa tutt'uno con il pantalone Principe di Galles. Da DSquared2 i gemelli Dean e Dan Caten lanciano il cosiddetto «Glunge», un neologismo che viene dalle parole «Glamour» e «Grunge». Di glamour ce n'è tanto a cominciare dagli stupendi K-way creati in co-branding con lo storico marchio eponimo, perfettamente reversibili su preziose decorazioni di cristalli e pelliccia. Il grunge inteso come movimento di protesta estetica creato negli anni Ottanta a Seattle sono rimasti gli scacchi neri e rossi della giacca da boscaiolo canadese, le gonnellone a piccoli fiorellini e l'idea dell'oversize. Nel caso di Dsquared2 la sfilata unica per uomo e donna dimostra una vera coerenza di stile che fa onore al brand. Su questo punto comunque pochi possono competere con Philipp Plein che l'altra sera ha fatto sfilare per il marchio Billionaire in cui è socio con Flavio Briatore, un gruppo di replicanti dell'indimenticabile J.R. Ewing, ovvero il cattivissimo e ricchissimo petroliere della serie televisiva Dallas.
Inevitabile il paragone con Trump anche per via dell'elicottero tutto d'oro al centro della scena. Meno roboante, ma comunque coerente con la propria vocazione di «anema e stile» napoletano, la collezione Isaia è dedicata a San Leucio, l'antica manifattura serica dei Borbone poco lontana dalla reggia di Caserta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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