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Dove abita il nuovo nella moda? A questa domanda cruciale Armani risponde con una sfilata che contiene almeno tre indumenti finora inediti: il panta-gonna, la sopra-gonna e la sciarpa-collana. Si tratta di veri e propri ibridi da indossare creando nuove proporzioni al corpo femminile e imponendo diverse gestualità alle donne. Il maestro sta lavorando da tempo sul caposaldo del guardaroba maschile mixato alla classica sottana a portafoglio da signora. Un anno fa ha infatti presentato un oggetto che visto da dietro è una bella sottana aderente mentre davanti è un bel paio di calzoni che slanciano e sfinano. All'epoca ha parlato di pantalone a tulipano per via del taglio a fiore sul fianco e perché la parola panta-gonna fa subito pensare agli anni Settanta. Perfino lui ieri non è riuscito a trovare un nome al nuovo indumento che ciascuna può scegliere e indossare a seconda delle proprie caratteristiche psico-fisiche. Così se hai un lato B notevole ma vuoi comunque avere un'attitudine formale, il pantalone è dietro e il lungo pannello plissettato che fa da gonna a pieghe sta davanti. Il contrario sottolinea piuttosto un passo dinamico, la voglia oppure il bisogno di correre senza preoccuparsi della propria prospettiva posteriore. Più facili da descrivere e forse anche da indossare le altre due innovazioni sulla consolidata tradizione di eleganza armaniana. La sopra-gonna è un elemento decorativo che cambia radicalmente le proporzioni dei classici calzoni a sigaretta essendo una leggera sottana gonfia e aperta sui lati. Sensazionale la collana che diventa sciarpa o scapolare di cristallo multicolor. Non è tutto qui perchè nella collezione del prossimo inverno Re Giorgio mette un uso supremo delle tinte preziose: rosso rubino, verde smeraldo e azzurro zaffiro. In più utilizza materiali da sera come il raso matelassè oppure il velluto più luminoso che ci sia per costruire uno stile da giorno sempre lontano dalla banalità. Ciò che colpisce, però, è il coraggio di alzare ogni volta l'asticella della creazione senza mai cadere nella noiosa ovvietà della trovatina da sfilata. Ecco perché il cappello che le modelle hanno indossato dalla prima alla penultima uscita è una credibile variante del modello da uomo con le tese piccole e sottolinea una voglià di rompere gli schemi senza mai esagerare. L'ultima ragazza esce con una calotta ricamata con gli stessi cristalli che nel sublime abito da sera compongono una specie di paesaggio dell'anima. Come sempre Armani chiude con estrema generosità la settimana della moda milanese che a questa tornata è sembrata più concitata che mai per via del traffico reso ancor più asfissiante per via degli inutili andirivieni del popolo della moda. A qualcuno piace evidentemente così ma intanto tocca vedere un sacco di collezioni appese o, peggio ancora, sul web perdendo gran parte dell'emozione. Comunque il buon lavoro emerge sempre. È il caso di Daniele Calcaterra, designer lombardo di grande esperienza che parte dalle solide strutture geometriche dello scultore americano Richard Serra per costruire alcuni pezzi di grande bellezza come il completo asimmetrico color burgundy. Invece Aquilano e Rimondi proseguono con encomiabile caparbietà il loro percorso di stile sartoriale all'italiana. Un capo per tutti? Il cappotto lungo di tweed puntinato ricamato artigianalmente con paillette lucide e trasparenti. Notevole anche il successo di Whithe, mostra mercato del fashion di ricerca che ha raggiunto il ragguardevole numero di 511 espositori in tre location.
«Abbiamo avuto 23129 visitatori in tre giorni con una crescita di buyer del 14% dall'estero e del 4% dall'Italia» spiega Massimiliano Bizzi, presidente e fondatore della manifestazione. «A settembre dovremo avere un giorno in più» conclude. Sante parole.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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