Scienziati planetari, pompieri e sindaci eroici È l'Italia vera che non piace al Movimento

Il Quirinale elogia Parmitano e l'Università, lasciata a secco da M5S

Scienziati planetari, pompieri e sindaci eroici È l'Italia vera che non piace al Movimento

L'Italia dei talenti. Delle stelle solitarie che brillano di luce propria e la illuminano. L'Italia «mosaico di risorse preziose» per «umanità, ingegno, capacità d'impresa». Nei suoi 15 minuti di messaggio al Paese, il presidente della repubblica Sergio Mattarella cita ed elogia la parte positiva e «silenziosa» di un Paese operoso, «che non ha mai smesso di darsi da fare». Spesso ignorata e inascoltata, quella fetta di Italia che lavora senza urlare, che si rimbocca le maniche nell'indifferenza di una politica che spesso invece si grida addosso.

È l'Italia dei cervelli, dalla scienza all'impresa che il capo dello stato vuole ricordare. Cita l'eccellenza di Luca Parmitano, il primo astronauta italiano al comando della stazione spaziale internazionale: «Da lassù, mi ha detto quando ci siamo collegati, avverte quanto appaiono incomprensibili e dissennate inimicizie, contrapposizioni e violenze in un pianeta sempre più piccolo e raccolto. E mi ha trasmesso un messaggio che faccio mio: la speranza consiste nella possibilità di avere sempre qualcosa da raggiungere». Ed è a quell'Italia spesso dimenticata che volge lo sguardo Mattarella, con un monito a chi non la vede: «Dobbiamo creare le condizioni che consentano a tutte le risorse di cui disponiamo di emergere e di esprimersi senza ostacoli e difficoltà». Una richiesta a cui dovrebbe rispondere un governo che non ha certo brillato per aiuto al mondo produttivo e alla ricerca. Col noto pregiudizio anti impresa che accompagna il Movimento cinque stelle sin dalla sua nascita e tuttora riemerge negli accenti dei grillini duri e puri, insieme col mito della decrescita felice e degli «imprenditori- prenditori» da combattere. Senza dimenticare le polemiche con cui si è dimesso il ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti, dimenticando la scarsa attenzione e le poche risorse stanziate da questo governo per quella galassia che fa dell'Italia un'eccellenza all'estero. Mattarella pensa proprio «al mondo delle nostre università, ai centri di ricerca, alle prestigiose istituzioni della cultura. Ho conosciuto e apprezzato in tante occasioni l'attività che si svolge in questa costellazione di luoghi del pensiero, dell'innovazione, della scienza. Si tratta di un patrimonio inestimabile di idee e di energie per costruire il futuro». E pensare che invece secondo una ricerca della Flc Cgil, ogni anno tredicimila ricercatori precari lasciano l'Italia: 140mila dal 2008 al 2018, la maggior parte diretta in Germania.

Nelle parole del capo dello stato ci sono gli eroi nei volti di vigili del fuoco e sindaci. I tre che sono rimasti vittime dell'esplosione di una cascina vicino ad Alessandria, provocata per truffare l'assicurazione: immagine di due Paesi, «l'una nobile, l'altra che non voglio neppure definire. Ma l'Italia vera è una sola: è quella dell'altruismo e del dovere». Come quelli del sindaco di Rocca di Papa, Emanuele Crestini, morto nell'incendio del suo municipio dopo aver atteso a costo della vita che tutti i suoi dipendenti uscissero.

Ma

sono anche le «gravi crisi aziendali» a preoccupare Mattarella, da Ilva ad Alitalia. Da qui il richiamo a «rilanciare il nostro sistema produttivo. Ma abbiamo ampie possibilità per affrontare e risolvere questi problemi».

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