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Lo scienziato iraniano ucciso da un mitra telecomandato

Era nascosto dentro un furgone che dopo l'agguato si è autodistrutto. E un drone elimina un generale pasdaran

Lo scienziato iraniano ucciso da un mitra telecomandato

L'Iran celebra i funerali dello scienziato nucleare Mohsen Fakhrizadeh ma sempre sul fronte iracheno si conta un'altra vittima, un generale dei Pasdaran ucciso da un drone, e le tensioni con Israele continuano a crescere. La giornata di ieri si è aperta con le immagini trasmesse dalla tivù di stato della bara di Fakhrizadeh, avvolta dalla bandiera iraniana. La cerimonia si è tenuta al ministero della difesa, e hanno partecipato solo pochi alti comandanti militari e la sua famiglia a causa delle restrizioni per il coronavirus. «Come soldato, prometto che nessun assassinio o stupido atto resterà senza risposta da parte dell'Iran», ha tuonato il ministro della difesa dell'Iran, Amir Hatami, nel discorso funebre. «Daremo la caccia ai criminali fino alla fine. I nemici hanno cercato di macchiare l'immagine di Fakhrizadeh, dicendo che era il fondatore del programma dell'Iran per la fabbricazione della bomba nucleare, ma in realtà la più grande minaccia contro l'umanità sono le armi nucleari che i nemici hanno accumulato», ha precisato Hatami, riferendosi a Israele e Usa. «Il cammino di Fakhrizadeh continuerà», ha poi concluso il ministro. Il corpo è stato poi trasferito al cimitero Emamzade Saleh a nord di Teheran per la sepoltura.

La giornata di lutto non ha però fermato lo scontro con lo Stato ebraico e sono emersi nuovi particolari sulla dinamica dell'assassinio di Fakhrizadeh. I Pasdaran hanno precisato all'agenzia Fars News che l'omicidio di Fakhrizadeh è stato compiuto con una mitragliatrice automatica telecomandata e non per opera dell'azione di killer sul terreno. Secondo il rapporto lo scienziato e sua moglie erano in macchina e stavano andando nella loro casa in un sobborgo di Teheran per passare lì il weekend. C'erano con loro altra tre macchine della sicurezza. L'auto in testa al corteo si è distaccata per fare un controllo dell'abitazione prima di entrare. A questo punto sono stati sparati dei colpi sull'auto di Fakhrizadeh. La macchina si è fermata. Fakhrizadeh è sceso dall'auto, pensando che il suo veicolo avesse urtato un oggetto sulla strada o che ci fosse un problema al motore. I colpi sarebbero partiti da un camioncino Nissan, che era parcheggiato a 150 metri dall'auto di Fakhrizadeh.

Una mitragliatrice automatica sarebbe stata montata sul camion e azionata tramite telecomando. Tre proiettili hanno colpito Fakhrizadeh, uno alla spina dorsale. A quel punto il camioncino sarebbe esploso e si sarebbe autodistrutto. L'intelligence iraniana ha identificato il proprietario del pick-up, ma risulta che abbia lasciato l'Iran il mese prima.

Ma non è finita qui. L'emittente iraniana in lingua inglese Press Tv ha rivelato che le armi usate nell'assassinio sono state fabbricate nello Stato ebraico: «Hanno il logo dell'industria militare israeliana», riferisce la tivù. E secondo il segretario del Consiglio supremo di sicurezza nazionale iraniano, Ali Shamkhani, i Mujahedeen del popolo iraniano, partito politico di opposizione fuori legge, sono stati «certamente» coinvolti, insieme a «il regime sionista e il Mossad» nell'operazione.

Ma la situazione sembra proprio non volersi raffreddare. Ieri è stato anche ucciso da un attacco con razzi partiti da un drone militare il generale Moslem Shahedan, responsabile dei Pasdaran iraniani lungo il confine tra la Siria e l'Iraq. Shahedan è stato colpito mentre attraversava il valico frontaliero tra i due Paesi vicino alla cittadina di Qaim.

Un nuovo episodio di violenza in un contesto già estremamente complicato e turbolento.

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