Cronache

Sciopero selvaggio a Pompei. Turisti bloccati in fila al sole

I lavoratori del sito hanno indetto un'assemblea sindacale a sorpresa Franceschini: "Danno incalcolabile". Caos anche alla galleria Borghese

Sciopero selvaggio a Pompei. Turisti bloccati in fila al sole

Roma - Una coda interminabile sotto il sole, davanti ai cancelli chiusi degli scavi di Pompei. L'immagine dei duemila turisti arrivati ieri mattina alle 9 per visitare il sito archeologico campano e rimasti bloccati dalla chiusura a sorpresa causa «assemblea sindacale» è davvero una «figuraccia mondiale», per dirla con il presidente della Camera di Commercio di Napoli, Maurizio Maddaloni, e un indiscutibile «danno incalcolabile», come ha osservato avvilito il ministro Dario Franceschini.

Solo dopo un'ora e mezza, e quando ormai cominciavano a serpeggiare tensione ed esasperazione dei malcapitati visitatori, lo stesso Sovrintendente di Pompei, Ercolano e Stabia, Massimo Osanna, s'è dovuto presentare sul posto, aprendo i cancelli per consentire ai turisti infuriati (come pure i tour operator che ce li avevano portati, ignorando il «blitz» sindacale non annunciato) di poter finalmente accedere al sito, patrimonio dell'Unesco e ostaggio dell'atteggiamento «irresponsabile» - parola del sovrintendente - di alcune sigle sindacali.

Un vizio non esattamente nuovo, e non solo a Pompei ma in tutta Italia. Giovedì mattina la stessa scena aveva avuto luogo nella Capitale, dove un'altra «assemblea sindacale» aveva blindato i cancelli di un altro monumento-simbolo del Bel Paese, il Colosseo, rimasto a porte chiuse per tutta la mattinata, impedendo ai turisti increduli, rimasti delusi sotto il cocente sole di luglio, di visitarlo. Stessa storia ieri, sempre nella Capitale, anche alla galleria Borghese, uno dei più visitati musei d'Italia con mezzo milione di biglietti staccati ogni anno, che come Pompei ieri è rimasto chiuso per tutta la mattina, dalle 9 alle 13, a causa anche qui di una assemblea sindacale. Peraltro la seconda consecutiva in due giorni: anche giovedì il museo aveva aperto alle visite con un'ora e mezzo di ritardo, giustificando la chiusura prolungata con il «solito» motivo. Come detto, il ministro dei Beni culturali e del turismo, Franceschini, non ha preso bene la notizia arrivata da Pompei. Che rischia «di vanificare i risultati straordinari raggiunti nell'ultimo anno che hanno rilanciato l'immagine di Pompei nel mondo». Per Franceschini «non è possibile organizzare assemblee a sorpresa per impedire che il sito resti aperto con personale in sostituzione, lasciando i turisti in fila sotto il sole. Chi fa così fa del male ai sindacati, ai diritti dei lavoratori e al proprio Paese».

Una situazione grottesca, riassunta così dal senatore di Fi Francesco Giro: «La sindacatocrazia sta uccidendo l'Italia: dietro lo schermo della legittima difesa dei diritti dei lavoratori, si stanno perpetrando danni enormi al Paese e agli italiani».

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