Politica

Sconfitta grillina sulle nomine. Descalzi confermato all'Eni

La maggioranza si spartisce le aziende del Tesoro: M5s si consola ma fallisce il blitz sul colosso petrolifero

Sconfitta grillina sulle nomine. Descalzi confermato all'Eni

Alla fine la montagna delle polemiche ha partorito il topolino della solita lottizzazione. Un manuale Cencelli che, fino alle ultime indiscrezioni della serata di ieri, ha stabilito la riconferma, in quota Pd, di tre amministratori delegati di peso in Eni, Enel e Leonardo. Con il M5s che va ad occupare le caselle delle presidenze di queste tre partecipate e gli ad di Terna, Monte dei Paschi ed Enav. La partita più delicata è stata quella delle nomine ai vertici del cane a sei zampe. Verso il bis nel ruolo di amministratore delegato l'uscente Claudio Descalzi (nominato da Renzi nel 2014), nonostante la polemica scatenata dall'ex deputato grillino Alessandro Di Battista e la campagna mediatica del Fatto Quotidiano. In cambio il M5s piazza alla presidenza Lucia Calvosa, componente proprio del cda della società editrice (Seif) del giornale diretto da Marco Travaglio. Calvosa, avvocato e professoressa di diritto commerciale all'Università di Pisa, è stata nel consiglio di amministrazione di Telecom Italia dal 2011 al 2008 e in quello di Mps dal 2015 al 2017.

Stesso schema in Enel, con il terzo mandato come ad per Francesco Starace, anche lui scelto da Renzi per la prima volta sei anni fa. Alla presidenza la novità dell'avvocato di origini leccesi Michele Crisostomo, fortemente voluto dai pentastellati, protagonista del ricorso contro l'Ue sull'acquisto di Banca Tercas da parte della Banca Popolare di Bari e fondatore nel 2009 dello studio legale milanese Rccd (Riolo Calderaro Crisostomo e Associati). Prima passo indietro e poi risarcimento per i Cinque Stelle anche a Leonardo, azienda strategica nel settore della difesa e dell'aerospazio. Qui il Movimento chiedeva la rimozione dell'ad Alessandro Profumo in favore di Giuseppe Giordo (Fincantieri) ma non l'ha spuntata e Profumo rimarrà al suo posto in quota Pd. Ma i grillini sono stati accontentati con il nuovo presidente Luciano Carta, direttore dell'Aise. Pure su Leonardo è andato in scena un braccio di ferro interno agli stellati. Infatti Vito Crimi e Riccardo Fraccaro, emissari di Luigi Di Maio al tavolo delle nomine, sono stati attaccati per non aver insistito su Giordo e per aver indicato alla presidenza Carta, considerato vicino al premier Giuseppe Conte e non abbastanza organico al mondo del grillismo. Tutto invariato e filotto del Pd a Poste Italiane, dove viaggiano verso la riconferma sia l'ad Matteo Del Fante sia il presidente Maria Bianca Farina, entrambi indicati nel 2017 dal governo guidato da Paolo Gentiloni.

Mentre cambieranno i vertici di Enav, Terna e Monte dei Paschi, ora partecipata al 68% dal Mef. Terna, la società che gestisce le reti elettriche nazionali, sarà guidata da Stefano Donnarumma, attuale capo della municipalizzata romana dell'acqua Acea e considerato vicinissimo al sindaco Virginia Raggi. Con lui alla presidenza la professoressa della Bocconi Valentina Bosetti, esperta di economia dei cambiamenti climatici. A Mps confermato il colpo grillino del nuovo ad Guido Bastianini, già in Capitalia e Carige. Presidente sarà Patrizia Grieco, indicata dai dem, in uscita da Enel. All'Enav il M5s prende l'amministratore delegato con un altro manager del giro delle partecipate capitoline, Paolo Simioni, presidente e ad della discussa municipalizzata dei trasporti Atac. Alla presidenza Francesca Isgrò, gradita al Pd e ai renziani di Italia Viva.

Continua lo scontro nel M5s. L'ex ministro della Salute Giulia Grillo, che ha risposto all'appello di Di Battista, sulle nomine parla di «problema di democrazia interna». Con leiBarbara Lezzi che dice: «Le nomine dovevano essere rinviate, intimorire chi dissente non serve».

Caustica Deborah Bergamini, deputata di Fi: «prima lottavano contro i poltronifici, adesso litigano per le nomine».

Commenti