Non si nasconde dietro giri di parole. Anzi, colpisce con una stoccata i paladini dello spinello libero: «La loro sconfitta è la morte del politically correct». Nicola Gratteri, procuratore a Catanzaro, non ha mai avuto dubbi: «Combatto le droghe, tutte le droghe, tutte le droghe da trent'anni, ho lavorato con gli Stati delle Americhe e dell'Europa, ho indagato i più grandi trafficanti e sequestrato decine di tonnellate di droga, soprattutto ho ascoltato le parole dei tossicodipendenti».
Che cosa le chiedevano?
«Mi imploravano: Non legalizzi hashish e marijuana, noi abbiamo cominciato con le canne e siamo passati a eroina e cocaina. Guardi come ci siamo ridotti».
Non sta esagerando?
«Io non parlo per luoghi comuni, come molti sedicenti conoscitori dell'argomento».
Scusi, ma molti suoi colleghi sono a favore della legalizzazione.
«Io non appartengo a cordate, lobby o correnti, io vado avanti per la mia strada. Osservo i disastri compiuti dal consumo delle droghe cosiddette leggere e ne traggo le conseguenze».
Ma tante toghe sostengono che la vendita controllata toglierebbe acqua alle bande criminali.
«Obiezione che fa sorridere. Un grammo di marijuana costa quattro euro (in farmacia ne costerebbe 10), uno di cocaina 50 euro, l'80% dei tossicodipendenti usa cocaina. Il business va avanti come prima, anzi di più. Il supermercato degli stupefacenti si riorganizzerà, nella sostanza poco cambia».
Però ammetterà che gli spinelli non sono equiparabili alle droghe pesanti
«Fino a un certo punto. I danni alla salute sono comprovati, anche se io non sono un medico. E poi la marijuana di oggi è molto più potente di quella che veniva spacciata ai tempi dei Figli dei fiori».
La legalizzazione ci è stata presentata in questi anni come sinonimo di progresso. Errore?
«Le ripeto: non ho il problema di allinearmi al pensiero dominante. A volte mi hanno dipinto come uno di destra, a volte come un esponente della sinistra, altre volte ancora come un isolato. Io posso dire che su questo tema non ho mai cambiato idea, anzi ho accumulato conferme su conferme. E le ragioni per dire no alla vendita controllata di hashish e marijuana sono innumerevoli. Almeno dieci».
Un'altra ancora?
«Se l'acquisto in farmacia è consentito ai maggiorenni, che si fa con i minorenni».
Che si fa?
«Mettiamo fuorilegge loro e soltanto loro. Ho in mente il disastro dei quindicenni e sedicenni che fanno la fila per comprare uno spinello. Con la legge che per fortuna oggi è tramontata, li consegneremmo direttamente alla grande criminalità».
Ma se si va in farmacia, non si dà respiro alle forze di polizia che possono così
dedicarsi a cocaina e eroina?«Ma no, l'emporio funziona sempre e gli incassi dei malavitosi restano quelli di prima. Purtroppo, per le mafie cambierebbe poco, per i nostri ragazzi sì. E pagherebbero un prezzo altissimo».
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