Milano La «affittopoli» di Sesto San Giovanni sotto la lente della Corte dei Conti. I magistrati hanno aperto un'istruttoria e chiedono una «relazione dettagliata e documentata» sulle situazioni contabili anomale denunciate dal sindaco Roberto Di Stefano (Forza Italia). La procura regionale vuole vederci chiaro su tre casi: la villa comunale affittata per 50mila euro ai partigiani dell'Anpi e da questi subaffittata a un ristorante per 70mila euro; poi i rapporti esistenti fra l'Arci e il Comune, che avrebbe pagato bollette da 269mila euro al «Carroponte» (un ex capannone industriale trasformato in locale per concerti) e infine i locali concessi per cifre irrisorie ad associazioni legate a politici locali. Sono queste le anomalie che il sindaco azzurro ad agosto ha citato in un esposto alla Procura e alla Corte dei conti. Lo ha fatto, Di Stefano, dopo una ricognizione sui bilanci del Comune, all'indomani della sorprendente vittoria che lo ha portato ad amministrare quella che era considerata una roccaforte inespugnabile della sinistra. Pci e partiti eredi governavano più o meno da 70 anni, nel secondo centro della provincia di Milano. E a giudicare dalle vicende emerse dopo il ribaltone elettorale, di un ricambio c'era bisogno, per rompere certe incrostazioni tipiche dei Comuni rossi. «Stiamo sanando situazioni di anomalie che andavano avanti da anni - dice Di Stefano - la Corte dei conti ci sta dando ragione se ha ritenuto di aprire questa istruttoria. Vuol dire che non siamo solo noi a voler far luce su queste criticità».
Era stato proprio Di Stefano a chiamare «Affittopoli» queste anomalie, ereditate insieme a una situazione di bilancio disastrosa. La nuova giunta aveva trovato nei conti del Comune «crediti mai riscossi e di dubbia esigibilità per 36 milioni di euro e debiti con i fornitori per 15 milioni». Adesso l'amministrazione di centrodestra è al lavoro: «Stiamo riportando la liquidità che il Comune doveva avere e che non ha avuto scaricando tutto sulle spalle dei cittadini - dice Di Stefano - Ci sono sentenze della Corte che condanno sindaco e giunta per sconti simili ad associazioni, io non capisco come potessero andare avanti mantenendo realtà come quelle e nascondendosi dietro alle dimenticanze».
«Dimenticanze» come l'anticipo, mai rimborsato, di 269mila euro di bollette al Carroponte, struttura assegnata all'Arci per 10mila euro annui: la vicenda adesso potrebbe definirsi con l'arbitrato in cui gli assegnatari - contestando i calcoli del Comune, per la presenza di altre utenze - rimborserebbero 70mila euro subito e il resto dopo una nuova stima dei reali consumi.
Per villa Zorn, invece, arriva un bando per la nuova assegnazione diretta. L'affitto all'Anpi è scaduto e i partigiani hanno un contenzioso col Comune per i danni provocati alla villa dall'incendio di un anno fa, durante una festa dell'Epifania dedicata ai bambini.
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