Cronache

Sconti, promozioni e aperture anti-ressa. Il piano dei negozi per salvare le feste

Confcommercio: "Rispettiamo i virologi ma non condividiamo l'invito ad acquistare solo online". L'idea di allungare gli orari e anticipare i saldi per evitare assembramenti

Sconti, promozioni e aperture anti-ressa. Il piano dei negozi per salvare le feste

«A Milano c'è il vecchio detto, ofelè fa el to mesté». Tradotto, pasticciere fai il tuo mestiere. È la battuta un po' ruvida con cui uno storico commerciante milanese giorni fa ha rispedito al mittente il consiglio (non richiesto) del professore dell'ospedale Sacco Massimo Galli durante una diretta a Mattino Cinque: «Se vogliamo uscirne per Pasqua i regali dovrebbero essere acquistati esclusivamente su internet, il cenone dovrebbe avvenire in gruppi ristretti magari collegandosi in videochiamata» ha detto, scatenando le ire delle categorie provate da un secondo lockdown. Una ricetta per il Natale sicuro che rigetta - con più garbo - anche il segretario generale di Confcommercio Milano Marco Barbieri. «Rispettiamo assolutamente il ruolo e il valore dei virologi - premette - ma quando si tratta di aspetti imprenditoriali, i medici facciano i medici e lascino i consigli alle organizzazioni di rappresentanza». L'emergenza sanitaria «è anche per noi la priorità da affrontare, ma da qui ad auspicare e incentivare acquisti solo on line ce ne passa. E invitiamo ad evitare almeno gli spot gratuiti ad Amazon mentre le attività commerciali soffrono fortemente dal mese di febbraio e rispettano rigorosamente i protocolli che lo Stato e il Comitato tecnico scientifico impongono». Chiusa la polemica, Confcommercio Milano cerca di mettere a punto un piano per salvare lo shopping natalizio. «Il fucile è puntato contro bar, ristoranti e negozi anche se ad oggi non si sono verificati focolai Covid» sottolinea Barbieri. Ma togliere i divieti ed evitare la ressa per i regali «si può». L'importante «è riaprire subito. L'ultimo Dpcm scade il 3 dicembre, se i negozi a Milano possono ripartire subito la caccia ai regali sarà naturalmente scaglionata, se si concedono cinque giorni la concentrazione nelle tradizionali vie dello shopping sarà inevitabile». Oltre alle misure anti Covid già adottate dai titolari («ingressi contingentati e divieto di stazionare in fila all'esterno dei negozi») secondo Barbieri «si può ragionare sul prolungamento degli orari di apertura. Se c'è domanda i commercianti sono disponibili a tenere aperto fino alle 22, per distribuire meglio gli acquisti». E «dicembre normalmente è il mese in cui si vende merce a prezzo pieno, ma se si potrà riaprire dal 4 converrà a tutti lanciare da subito sconti e promozioni: c'è molta merce invenduta in magazzino e la scontistica evita gli acquisti all'ultimo». Guglielmo Miani, presidente del marchio «Larusmiani» e dell'associazione Montenapoleone District che riunisce oltre 300 brand attivi nel Quadrilatero della moda milanese, sta studiando con le altre griffe degli «incentivi per attirare clienti nelle fasce orarie meno trafficate», ad esempio dalle 10 alle 12 del mattino, iniziative o promozioni speciali. Ma anche i negozianti di quartiere si sono attrezzati per resistere alla pandemia. «Come Confcommercio abbiamo fatto un accordo con le piattaforma Nextdoor, per favorire acquisti e consegne a domicilio dai negozi vicini a casa - spiega Barbieri - e riattiveremo con il Comune di Milano la mappa on line delle consegne a casa, utile soprattutto per i prodotti alimentari». E i cesti natalizi. Il segretario generale lancia però un messaggio forte e chiaro al governo: «Le imprese del commercio e del turismo hanno già dato e continuano a dare. Bisogna che riaprano quanto prima in sicurezza adempiendo ai protocolli già in essere. E per far sopravvivere le imprese, obbligate a chiudere dallo Stato, servono risorse liquide ed immediate che non possono essere, in media, i 1.950 euro dei Dl rilancio e i 4mila del Dl ristori. Devono essere stanziate subito fondi maggiori».

A livello nazionale Confcommercio ha lanciato lo campagna «Quest'anno i miei acquisti li faccio sotto casa», rilanciata ieri anche dall'assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera: «I miei regali di Natale li acquisterò nei negozi di Milano e della Lombardia, ci rialzeremo dalle difficoltà economiche se ognuno darà un contributo».

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