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"Con questo atteggiamento...". Scatta la "rissa" a porte chiuse nel governo

Il decreto semplificazioni slitta ancora e questa mattina è previsto un altro vertice. Tensioni nella maggioranza sul tema degli appalti

"Con questo atteggiamento...". Scatta la "rissa" a porte chiuse nel governo

"Siamo a un buon punto". Davide Faraone, capogruppo di Italia viva, assicura che il decreto semplificazioni sta per essere messo a punto. Ma ieri, un altro vertice sugli appalti si è concluso senza arrivare a una soluzione definitiva. Un altro rinvio, seguito alle tensioni ancora vive nella maggiornaza, che hanno portato allo scontro tra Alfonso Bonafede (Movimento 5 Stelle) e il vice segretario del Pd, Andrea Orlando.

Ma ora, per il premier Giuseppe Conte "è l'ora della concretezza, è il momento di correre". Per questo, oggi alle 9.30, i ministri si riuniranno nuovamente per discutere degli appalti. Poi, nel pomeriggio dovrebbe esserci il pre-Consiglio e tra oggi e domani il Cdm, così da chiudere il decreto, che il presidente del Consiglio ha ribattezzato "la madre di tutte le riforme", entro questa settimana.

Il clima nella maggioranza, però, non sembra roseo, a giudicare dalle tensioni emerse durante il vertice di ieri, che si è concluso con uno scontro tra Pd e 5 Stelle. Il governo, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, si è spaccato in due: da una parte i grillini e i renziani, che in accordo con Conte spingono per il "modello Genova", e dall'altra Pd e Leu, che tendono alla prudenza sulle procedure. I 5 Stelle sostengono che sia "urgente sbloccare le opere perché i cittadini ce lo chiedono".

E di fronte allo stop del vicesegretario dem Andrea Orlando, il ministro della Giustizia avrebbe replicato, secondo il Messaggero: "Con questo atteggiamento non sembri fare attenzione alla gravità della crisi economica e ai forti rischi per l'occupazione. Questo decreto si chiama semplificazioni, se complichiamo le procedure...". Dure le parole di Orlando, che avrebbe risposto: "Vorrei ricordarti che non sei qui per fare campagna elettorale. Anche noi vogliano semplificare, ma non abolendo il sistema dei controlli. Cancellare le gare d'appalto senza stabilire le opere strategiche è un modo per creare le condizioni per un'illegalità diffusa". "Se lo dite voi va bene, se lo diciamo noi è propaganda?", avrebbe continuato Alfonso Bonafede, seguito da Orlando, che avrebbe concluso: "Per me la riunione può finire qui".

A questo punto sarebbe spuntata una possibile mediazione: ok alle procedure straordinarie e semplificate, ma solo per le opere pubbliche strategiche. Possibile, quindi, "un'accelerazione degli iter di realizzazione" sulle opere pubbliche, ma con "un rafforzamento dei presidi di legalità".

Nel vertice fissato per questa mattina ci si confronterà ancora sugli appalti, nella speranza di trovare una soluzione definitiva.

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