Scontro tra sindaci e prefetti: "Niente documenti ai migranti"

Anche il Comune di Oderzo (Treviso) sul piede di guerra. "Dare la carta d'identità ai richiedenti asilo è una follia"

Scontro tra sindaci e prefetti: "Niente documenti ai migranti"

Oderzo (Treviso) - Oderzo dice no alle carte d'identità per i profughi. È un Veneto che si ribella e che si sente assediato. Con 14.639 migranti, è la seconda regione dopo la Lombardia per numero di rifugiati. E ora il sindaco di Oderzo, comune nel trevigiano, Maria Scardellato, ha deciso di opporsi alle richieste per dare la carta d'identità ai richiedenti asilo. Richieste che giungono dalle prefetture che invitano i Comuni a fornire i documenti ai migranti accolti nelle varie strutture.

Non è la prima volta che le amministrazioni locali e le prefetture si scontrano sul punto. A ottobre scorso, Laura Cavallotti, sindaco di Tradate in provincia di Varese aveva detto che la possibilità di concedere il documento d'identità sarebbe stata valutata caso per caso, assieme al prefetto. Oderzo, quindi, risulterebbe di fatto essere il primo comune intenzionato a negare quell'atto che consente l'iscrizione all'anagrafe. Secondo la Scardellato, quando manca la certezza dell'identità, non basta la permanenza in un centro di accoglienza per dimostrare la residenza. «I documenti muniti di fotografia dell'interessato rilasciati dalla Questura spiega non offrono adeguate garanzie». E il sindaco di Oderzo si è anche studiato la questione per bene, al fine di non cadere nell'illegalità. La settimana scorsa, poi, alla richiesta della prefettura, dopo la protesta dei profughi nell'ex caserma Zanusso di Oderzo, la Scardellato ha risposto così: «Il requisito della stabile dimora è solo uno di quelli previsti dal codice civile. È anche previsto che lo straniero debba comprovare, all'atto della dichiarazione, la propria identità, mediante esibizione del passaporto o altro documento equipollente. Nei documenti rilasciati dalla questura, invece, viene scritto: esatte generalità sconosciute. Non appare esistere una norma che stabilisca una deroga all'applicazione della legge. Insomma una materia che il sindaco opitergino si è studiata per bene. «Ho scritto al presidente della Repubblica, al premier (ormai ex, ndr),al presidente della Camera e a quello del Senato dice al Giornale - e ad altri parlamentari veneti ed europarlamentari, esponendo le mie argomentazioni dal punto di vista legale. Non c'è nessun obbligo giuridico per cui io debba dare la carta d'identità ai richiedenti asilo, mi sembra una totale follia». Una posizione che la Scardellato è ben decisa a mantenere. E a intervenire ora è anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, che invita gli altri sindaci a seguire il «Modello Scardellato». «Il sindaco di Oderzo dice Zaia ha indicato la via giuridica da seguire per non concedere la carta d'identità ai richiedenti asilo. Mi auguro che anche gli altri sindaci la imitino. Quelli che avanzano la richiesta di avere questo documento tuona Zaia - non sono profughi, ma richiedenti asilo, persone in attesa di riscontro e dalle generalità incerte.

La stragrande maggioranza di loro, le statistiche dicono due su tre, risulterà non avere alcun diritto allo status di profugo e quindi non ha senso dargli una carta d'identità. Se lo si fa vuol dire che questa non conta più niente. Diverso il discorso per i profughi veri riconosciuti alla fine di un percorso».

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