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È scontro in tribunale tra Dini e Bankitalia per la sua abitazione

Lamberto Dini, ex Presidente del Consiglio, è stato chiamato in Tribunale da Bankitalia a causa della scadenza del contratto d'affitto dell'attico in cui vive

È scontro in tribunale tra Dini e Bankitalia per la sua abitazione

Lamberto Dini, ex Presidente del Consiglio, essendo scaduto il contratto d'affitto, dell'attico in cui abita, nel 2018, rischierebbe di essere sfrattato. L'immobile, che nel '600 era la casa dei dipendenti a servizio della famglia Borghese, si troverebbe in pieno centro di Roma, a Piazza Fontanella Borghese, e si fonda su un unico piano di ben 800 metri quadri ai quali ne vanno aggiunti altri 360 di balconata.

Si tratta di uno scontro, quello tra Dini e Banca d'Italia, che va avanti da, ormai, tre anni e, oltre ad essere arrivato in tribunale, ha varcato anche le porte del Parlamento. Maurizio Gasparri, esponente di Forza Italia, infatti, ha presentato un'interrogazione parlamentare chiedendo delucidazioni sulle attività immobiliari di Bankitalia. Quest'ultima, attraverso la Sidief, società incaricata della valorizzazione di un patrimonio comprendente 8mila immobili, porterebbe avanti un ambizioso progetto di riqualificazione della zona interessata, ormai sempre più disabitata e priva di verace romanità. "C’è un pubblico importante che cerca case di prestigio in locazione in zone centrali. Sidief sta ristrutturando il palazzo della famiglia Borghese per mettere sul mercato questo tipo di alloggio" - sono le parole riportate da ilTempo.it del Presidente Mario Breglia, che, inoltre, ha aggiunto- "Nessuna vendita, ma riqualificazione e offerta a canoni di mercato garantiti da contratti certi e ben definiti". Sottolineando, quindi, che non si tratterà di una vendita degli immobili ma di un nuovo modello che ha l'intenzione di valorizzare e di far riscoprire la "funzione sociale dell'affitto". Un totale di 39 zone distribuite in: 26 appartamenti con funzione abitativa e 13 locali, al piano terra, indirizzati all'uso commerciale.

Già da qualche anno, tra l'altro, la Sopraintendenza si sta occupando dell'iniziale restauro dei beni non abitati, con l'obiettivo ufficiale di poter cominciare i lavori veri e propri entro il 2022, sperando di concluderli nel 2024.

Dini, però, nonostante la Sidief gli abbia proposto delle alternative di egual valore, all'età di 90 anni, sembrerebbe assolutamente non intenzionato ad affrontare un trasloco e sarebbe pronto a dare battaglia, a costo di resistere ai lavori che, attualmente, la società sta già portando avanti. Nel 2020, infatti, avrebbe ricevuto una lettera che esplicitava l'intenzione della società di intraprendere una causa legale per il suo sfratto. La difesa dell'ex premier si basa sulla successione dei contratti che avviene dal 1980. Nulla, però, al momento, è cambiato dato che il Tribunale, nell'udienza tenutasi alla fine di questo dicembre, ha deciso di rinviare la decisione.

Nonostante ciò, è comunque sarebbe pubblicato il bando per il restauro e l'arredo dell'immobile.

Per quanto riguarda, invece, le vecchie attività commerciali presenti, che verranno sostituite con altre di maggiore interesse pubblico, sono state proposte loro delle alternative che già hanno accettato.

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