Coronavirus

Scuola, ira presidi: "Non responsabili se ci sono contagi. Aule per i positivi"

I dirigenti: "La mascherina non può essere l'unica difesa. Il Covid è come un incidente sul lavoro. I nuovi banchi monoposto? Ora ci dicano quando saranno consegnati"

Scuola, ira presidi: "Non responsabili se ci sono contagi. Aule per i positivi"

«I dirigenti scolastici chiedono risorse adeguate per organizzare e gestire al meglio il rientro a scuola in sicurezza. Servono locali, banchi monoposto e un ampliamento dell'organico. Non si devono vanificare gli enormi sforzi profusi dai Presidi, dai loro collaboratori, dal Ministero e dai suoi uffici territoriali, dagli enti locali affinché la ripartenza avvenga per tutti nella massima sicurezza». Meno di un mese alla prevista riapertura delle scuole e ancora troppe incognite allarmano i presidi italiani. Tra cui quella più grande. I banchi. «I dirigenti chiedono di conoscere con urgenza il calendario di consegna dei banchi monoposto. Non è possibile che lo vengano a sapere all'ultimo momento: l'organizzazione richiede tempo», dice Antonello Giannelli, presidente dell'associazione nazionale presidi (Anp) che chiede risposte al governo dopo la chiusura della gara europea per i banchi monoposto, la cui consegna è attesa tra settembre e ottobre.

Dopo continue incertezze da Roma, è la stessa Associazione a fornire risposte per preparare i dirigenti all'apertura del 14 settembre con un vademecun. Si va dall'acquisto di mascherine, alle regole «per evitare assembramenti durante l'accesso, l'uscita e la frequentazione degli spazi comuni», all'inviduazione di «un locale interno per l'accoglienza degli eventuali casi sintomatici o sospetti», al monitoraggio sugli spazi. Secondo il documento ogni dirigente scolastico dovrà predisporre anche una «sala Covid», un'aula di stazionamento all'interno ad ogni istituto scolastico per l'accoglienza degli eventuali casi sintomatici da Covid-19.

Le indicazioni ricordano anche l'impegno da parte delle famiglie «a misurare la temperatura e a non mandare a scuola i figli in caso di sintomatologia respiratoria o di temperatura corporea superiore a 37,5°». E poi, le mascherine. Rispetto alle linee guida del Comitato tecnico scientifico che prevedono l'uso dei dispositivi solo nei casi in cui non sia possibile ovviare al problema dello spazio, Giannelli ricorda che «è impensabile che la mascherina sia l'unica arma di difesa dal contagio, perché sappiamo benissimo quanto sia faticoso - per gli alunni e per il personale - indossarla per ore». Tanto che, suggerisce il vademecum, nel caso in cui non ci siano spazi adeguati per rispettare il distanziamento, meglio «rimodulare tempestivamente le attività didattiche nelle aule secondo modalità alternative di erogazione del servizio, anche predisponendo le condizioni per alternare attività didattiche a distanza con attività in presenza». Sulla didattica serve poi «attenzione a non intervenire decrementando il monte ore di lezione stabilite dai quadri orario disciplinari curriculari previsti dalla legislazione né il numero di ore contrattuali di lezione dei docenti». I presidi, inoltre, chiedono di rivedere la responsabilità penale imputabile ai dirigenti scolastici in relazione alla sicurezza sugli ambienti di lavoro. Il Covid - in sostanza - deve essere equiparato a un incidente sul lavoro. Se il dirigente scolastico attua il protocollo sanitario allora non gli si deve imputare nulla.

Insomma, settimane cruciali. Anche se rassicurazioni piovono dalla ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina: «Siamo al lavoro da mesi per il rientro a scuola di tutte le studentesse e di tutti gli studenti. È una priorità assoluta del Governo perché è una priorità di tutto il Paese. Dal primo settembre le scuole apriranno per chi è rimasto più indietro. Dal 14 riprenderanno ufficialmente le lezioni. La scuola ha dato tanto nei mesi più duri dell'emergenza, ora servono responsabilità e consapevolezza da parte di tutti.

Le scuole non vanno solo riaperte, dobbiamo fare in modo che poi non richiudano».

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