Scuole, lite nel governo: "Chiuse fino al 15 marzo"

Lo stop annunciato, smentito e poi confermato I dubbi del ministro, comitato scientifico scettico

Scuole, lite nel governo: "Chiuse fino al 15 marzo"

Lezioni a scuola e all'università sospese, forse. Anzi no. Anzi sì. L'annuncio temuto da milioni di genitori è stato ufficializzato ieri pomeriggio dopo quattro ore di capitomboli comunicativi che provocano polemiche anche nella maggioranza e tra governo e scienziati.

Nelle zone rosse le scuole sono già chiuse. Il nuovo decreto del presidente del consiglio dei ministri va molto oltre: sospensione della didattica in tutta Italia da oggi e fino al 15 marzo. Dunque nelle scuole resterà solo il personale Ata, amministrativi e bidelli, mentre docenti e studenti resteranno a casa fino a nuovo ordine. «Le lezioni sono sospese - ha spiegato il presidente della Conferenza dei rettori Ferruccio Resta - ma le università sono aperte per la ricerca e i servizi agli studenti». Confermata anche la sospensione di gite scolastiche, visite guidate, gemellaggi. Nelle università sospese anche le attività curricolari, cioè gli esami, e il decreto demanda poi agli istituti il compito di recuperare i ritardi che si accumuleranno. Non vengono sospesi i corsi per l'abilitazione alla professione medica ed è anche stata fissata dal ministro Manfredi una sessione di esami di abilitazione per il 7 aprile. Una mossa forte, decisa perché il picco della diffusione del virus non è ancora stato raggiunto e si teme che un ulteriore picco dei contagi metta in crisi gli ospedali.

L'annuncio sullo stop alle lezioni ha creato però una cascata di polemiche anche perché è trapelato ieri nella tarda mattinata mentre era in corso un vertice a Palazzo Chigi, costringendo a una precipitosa frenata il ministro della Pubblica istruzione Lucia Azzolina che pare si sia inizialmente opposta al provvedimento: «Nessuna decisione sulle scuole è stata presa». Il blackout informativo dura per quattro ore, gettando nel caos milioni di famiglie chiamate a riorganizzarsi la vita. Nel pomeriggio in conferenza stampa a Palazzo Chigi arriva la conferma direttamente dal premier e dal ministro Azzolina. Conte non nega il caos informativo: «La diffusione della notizia anticipata è stata improvvida». E per giustificarlo spiega che il governo aspettava l'ok del comitato tecnico scientifico capeggiato dal presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro che in questi giorni guida le manovre anti coronavirus. Uno strano corto circuito dietro il quale c'è un attrito tra governo e scienziati che fonti di Palazzo Chigi minimizzano: «Non è esatto dire che il comitato ha escluso l'efficacia della misura». Una parte degli scienziati avrebbe sostenuto che non c'è prova che lo stop alle scuole sia utile. «Il governo -si ribadisce da Chigi- ha ritenuto che possa contribuire a rallentare il contagio».

Di sicuro la comunicazione si è risolta in un pasticcio. Alle polemiche stavolta non si sottrae nemmeno il partner più tranquillo della maggioranza, il Pd. «Conte deve essere l'unica voce ufficiale del Governo. -sbotta il capogruppo al Senato Andrea Marcucci- Vanno evitati in tutti i modi messaggi confusi all'Italia e al mondo, come sta avvenendo ora sulla scuola». Su twitter dell'Ansa parlano di «tre fonti solide». Di sicuro è stato Palazzo Chigi a ordinare la curiosa smentita temporanea.

Possibile che si sia scelto di lasciare le famiglie nel caos per quattro ore solo per permettere a Conte di riprendere in mano il pallino della comunicazione? Il renziano Michele Anzaldi punta il dito sullo staff del premier: «La gestione della comunicazione da parte di Palazzo Chigi ancora una volta si è rivelata disastrosa». E l'opposizione, da Forza Italia alla Lega, rincara la dose stigmatizzando il caos informativo.

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