Aveva ragione quella pellaccia ultra-razionale di Immanuel Kant, uno che certo non si gingillava con roba di taglio sentimentale. Chiedendosi che cosa riempisse l'animo umano di «ammirazione e venerazione», rispondeva: «Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me». Lui era uno specialista della seconda, e quanto al primo si limitava a osservarlo ogni tanto, come facciamo tutti noi, in particolare quando ci si presenta in piena forma, con tutti i suoi gioielli a trapuntarlo, lasciandoci senza parole e con addosso quel poco di sana paura data dal Sublime, che è sempre un passo decisivo oltre il Bello. Magari d'estate, magari in riva al mare quando il mare è calmo, magari in buona compagnia. Siamo all'8 di marzo, l'estate è ancora un'ipotesi, ma in Sicilia l'ipotesi può diventare facilmente una tesi ovvia, quando i venti hanno rassettato per bene ogni angolo del firmamento. Forse, se nel suo XVIII secolo fosse già stata inventata la fotografia, anche a Kant sarebbe piaciuto dilettarsi con l'astrofotografia. È questa, oggi, la passione dell'ingegnere chimico siracusano Dario Giannobile, che lo ha portato a intenerire il cuore degli scienziati della Nasa. Il suo scatto di qualche giorno fa è diventata l'«Astronomy Picture of the Day» dell'ente spaziale statunitense. Rappresenta il fascinoso litorale di Asparano, presso Siracusa, dai colori e dalle forme quasi extraterresti, da film di fantascienza. E, sopra l'orizzonte, a guadagnarsi il primo piano, contornati da un'infinità di stelle, quattro corpi celesti quasi allineati, a disegnare una traiettoria da fuoco d'artificio.
In ordine di apparizione, dal basso verso l'alto, la Luna, Venere, Giove e Antares. Uno spettacolo senza censure, senza diritti da pagare alla Siae, senza spot. In fondo, qualcosa di simile alla legge morale di cui parlava il vecchio Kant. Infatti, è dentro di noi.
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