Se il cronista finisce indagato per aver fatto il suo mestiere

Il giornalista Scarpa scrive di una discarica abusiva incendiata: per la Procura di Pavia è favoreggiamento

Se il cronista finisce indagato per aver fatto il suo mestiere

Un capannone bruciato per nascondere un traffico illecito di rifiuti, ultimo di una serie di eventi analoghi verificatisi negli ultimi due anni nella provincia di Pavia. La procura ha aperto un fascicolo, ma chi è l'unico indagato al momento? Un giornalista, Giovanni Scarpa, uno dei cronisti della Provincia Pavese che si sta occupando della vicenda. La sua colpa è di aver scritto che il capannone sospetto a Corteolona, prima di essere dato alle fiamme, era stato messo sotto controllo da una telecamera della polizia forestale. Ovviamente il cronista l'ha raccontato quando la notizia della presenza della telecamera non poteva più pregiudicare le indagini, perché il capannone era stato appunto già bruciato, e quindi non più utilizzabile per il traffico di rifiuti. Ma la Procura ha comunque ritenuto che ci fossero gli estremi per il favoreggiamento personale (reato che prevede la reclusione), e Scarpa è finito indagato per favoreggiamento personale dalla polizia giudiziaria della procura di Pavia. «In due anni, con già casi di cinque capannoni che stoccavano rifiuti illegali in questa zona, l'unico indagato sono io - commenta Scarpa - Se la Procura inizia a indagare i giornalisti che fanno solo il loro lavoro, non è una bella notizia. Io sono semplicemente andato sul posto, ho visto una telecamera, ho fatto delle domande, ho scoperto che era stata installata nei mesi scorsi dalle forze dell'ordine, e ho telefonato a una mia fonte per verificare. Poco dopo mi sono ritrovato indagato per favoreggiamento personale, un'ipotesi di reato a cui non so dare spiegazioni perché davvero non capisco chi possa aver favorito. Per altro, la telecamera non era certo una microspia di cui ho svelato il posizionamento, ma una ben visibile telecamera di videosorveglianza sotto gli occhi di tutti».

Sul caso è intervenuto il direttore del quotidiano pavese, Alessandro Moser: «Che la raccolta - doverosa - di informazioni da buone fonti sia classificabile come favoreggiamento è una forzatura che ci lascia sbigottiti e indignati. Se sia un abuso verrà accertato con i nostri avvocati davanti a un giudice. Non abbiamo però dubbi che sia un abuso rispetto al diritto di cronaca». Le organizzazioni sindacali si sono attivate per difendere il giornalista messo sotto inchiesta. L'altro giorno l'Associazione lombarda dei giornalisti e la Fnsi hanno organizzato un presidio davanti al capannone bruciato e poi a Pavia. «Siamo perché questa vicenda ha una valenza nazionale e si lega agli altri episodi come quello delle testate al cronista Rai a Ostia, o ai casi dei colleghi che indagavano su reati finanziari, indagati nel tentativo di indurli a rivelare le fonti - ha commentato il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti - Scarpa non dovrebbe essere indagato, ma premiato per aver favorito il diritto di cronaca. Non è suo diritto, è suo dovere dare le notizie. Faremo arrivare una lettera congiunta al Consiglio Superiore della Magistratura». Secondo il comitato di redazione della Provincia Pavese «il è un fatto molto grave e in netto contrasto con il diritto/dovere di cronaca che, ricordiamo, è soprattutto il diritto dei cittadini ad essere informati e il dovere dei cronisti di informarli». Nel caso specifico, «l'incendio ha suscitato grande allarme tra la popolazione per il timore che dal rogo si fossero sprigionate sostanze nocive per la salute.

Il collega è stato convocato dalla polizia giudiziaria. L'iniziale chiacchierata in Procura si è trasformata invece in un interrogatorio, senza l'assistenza di un legale, da cui è uscito come indagato per favoreggiamento personale, non si capisce bene a vantaggio di chi».

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