Se esporre la bandiera nazionale è diventato un gesto razzista

Non è un caso che il Paese, in cui da settimane tiene banco questo dibattito paradossale, sia l'Inghilterra

Se esporre la bandiera nazionale è diventato un gesto razzista
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Ma che società è quella che arriva a chiedersi se esporre la bandiera nazionale debba essere considerata un atto patriottico o una provocazione razzista o, peggio ancora, un'aggressione dell'estrema destra? È una società che rischia di perdere legame con la propria storia, le proprie radici, le proprie origini. Una società per cui mostrare in pubblico la bandiera nazionale è un gesto da "pazzi estremisti", una scusa per alimentare sentimenti xenofobi. Non più, dunque, segno di orgoglio per una appartenenza che unisce, ma "simbolo di pregiudizio" che fa addirittura "sentire meno sicure alcune persone appartenenti a minoranze". Gli immigrati, appunto.

Non è un caso che il Paese, in cui da settimane tiene banco questo dibattito paradossale, sia l'Inghilterra. Un Paese talmente intriso di ideologia woke da tollerare (se non addirittura favorire) che alla primaria si insegnino trecento bandiere (trecento!) per descrivere generi e identità sessuali diversi ma che non si fa alcun problema a cacciare da scuola una 12enne, rea di avere indossato un abito ispirato alla bandiera inglese in occasione della giornata nazionale della cultura. E così, non appena nelle strade residenziali e nei vicoli di campagna del Paese centinaia di cittadini iniziano ad appendere ai lampioni la Union Jack o la bandiera con la croce di San Giorgio o disegnarle sulle rotatorie, sulle isole spartitraffico o sui muri degli edifici, ecco subito levarsi la corazzata progressista a tacciare di razzismo un gesto patriottico e ad accusare l'estrema destra di dividere il Paese facendo leva sulla xenofobia.

Per carità, alcune delle città in cui si è maggiormente diffuso il fenomeno hanno non pochi problemi con le comunità straniere (è il caso, per esempio, di Birmingham). E, per carità, in alcune di queste città a incentivare l'esposizione delle bandiere sono stati, almeno all'inizio, movimenti e partiti di destra (più o meno estrema). Ma c'è un "ma" grosso come una casa che dovrebbe aiutare i soloni del politicamente corretto ad aprire gli occhi una volta per tutte. E cioè che la religione woke è fortemente divisiva, crea muri anziché abbatterli e impone alla maggioranza la dittatura delle minoranze. E vedere del razzismo persino in una bandiera, che sventola orgogliosa e racchiude in sé tutta la storia del proprio Paese, dimostra che il dibattito ha ormai valicato il confine del buonsenso.

A volte, però, la libertà dei singoli ha la meglio sull'ideologia imposta dell'élite. E questo è il caso delle bandiere esposte in Inghilterra. Hanno iniziato a sventolare a luglio, in concomitanza con gli europei di calcio femminile. Poi, più i Comuni le hanno vietate (talvolta usando scuse dubbie), più i cittadini le hanno issate con orgoglio. Più certa stampa ha parlato di razzismo, più il sentimento patriottico ha avuto la meglio.

E così, in un momento storico in cui la dittatura woke sta cercando di cancellare la nostra storia, ogni singola bandiera è dimostrazione di libertà di pensiero. Una libertà di pensiero che vince, appunto, sull'ideologia.

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