È vero che Leonardo è morto ad Amboise, duecento chilometri a sud di Parigi, dove si era ritirato gli ultimi anni della sua vita sotto la protezione di un Re illuminato, Francesco I. Ed è altrettanto vero che il legame tra il genio di Vinci e lo stabile regno d'oltralpe era da tempo solido anche per via delle turbolenze politiche e militari dei fragili staterelli italiani dell'epoca. Ma detto questo aver consegnato chiavi in mano ai francesi le commemorazioni per i cinquecento anni della morte (2 maggio 1519) dell'Italiano più famoso al mondo fa un certo effetto.
A uno speaker della tv di Parigi ieri gli è scappato detto in diretta che «Leonardo è francese»; la mostra del cinquecentenario che raccoglie vita e opere del Maestro, pensate e fatte nel suo girovagare in Italia, l'abbiamo regalata al Louvre; ieri il presidente Mattarella era in visita da Macron che celebrava in pompa magna l'anniversario. In compenso in Italia ci si è mossi in ordine sparso, con minutaglie di eventi senza filo logico e, ciliegina sulla torta, il Cenacolo di Santa Maria delle Grazie a Milano (che in quanto affresco non potevamo prestarlo, almeno quello, ai francesi) chiuso il primo maggio per mancanza di custodi nonostante migliaia di prenotazioni da tutto il mondo per visitarlo.
Penso che tra «Leonardo ad Amboise» e «Leonardo da Amboise» ci sia una differenza che va ben oltre l'inversione di due lettere. Leonardo è e deve restare «da Vinci», cioè italiano a tutti gli effetti anche se patrimonio dell'umanità, sia da vivo che da morto (con tutto quello che di formale e sostanziale ne consegue).
Certo, se abbiamo un ceto politico il cui massimo slancio è litigare su un avviso di garanzia a un sottosegretario, se l'unico esercizio dei nostri intellettuali è di menarla con l'antifascismo permanente, se permettiamo che twitter sostituisca i libri di storia e Facebook i giornali, se non comprendiamo che cinquant'anni fa un americano è stato il primo uomo a mettere piede sulla luna perché cinquecento anni fa un italiano, Leonardo appunto, pose le basi della moderna scienza (e un altro Italiano, Cristoforo Colombo, scoprì il continente che diede poi i natali a Neil Amstrong), se purtroppo tutto questo è vero è la dimostrazione di quanto sia vuoto e senza radici questo strano tempo di sovranismo imperante incapace di tutelare la propria storia con gli onori che essa merita.Ai francesi il governo sovranista voleva rifilare gli immigrati e quelli invece si sono presi solo l'immigrato Leonardo da Vinci. Ditemi voi chi sono i fessi e chi i furbi.
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