Se a indagare è il pm Woodcock i Servizi sono un po' meno segreti

Quelle inchieste in cui gli 007 sono serviti solo per fare scena

Se a indagare è il pm Woodcock i Servizi sono un po' meno segreti

Napoli - Son sempre un po' meno segreti del solito, i Servizi segreti, quando c'è di mezzo un'inchiesta di Henry John Woodcock. La Procura di Roma ha scoperto che un intero capitolo dell'informativa del Noe sui rapporti tra Tiziano Renzi e l'immobiliarista Alfredo Romeo, con tanto di contorno di «barbe finte», è stato manomesso dal capitano dei Carabinieri, Gianpaolo Scafarto, indagato per falso. Ma già ai tempi di Potenza, le inchieste più esplosive del pm anglo-partenopeo contenevano riferimenti espliciti o indiretti agli appartenenti all'intelligence; piste che si rivelavano prive di spessore investigativo. Erano piante ornamentali indiziarie, per lo più.

Per dire: nel maggio 2002, Henry John arresta venti persone con l'accusa di tangenti in cambio di appalti. Uno degli indagati, ex addetto alla sicurezza di Francesco Cossiga e lui sì funzionario del Sisde, viene accusato di aver reclutato come informatore un funzionario del Banco di Sardegna. Addirittura, le carte dell'indagine ipotizzano che l'informatore sia a sua volta stato pedinato da 007 stranieri. Una spy story dai contorni internazionali con epicentro in Basilicata. È invece una semplice e triste vicenda di bustarelle. Eppure, sembra quasi una copia del procedimento a carico di Romeo.

Nel maggio 2006, esplode invece il Somalia-gate. Woodcock ipotizza che un manipolo di delinquenti, oltre a chiudere accordi milionari per la ricerca di acqua in Africa, si venda le nomine nei Servizi segreti. Addirittura, uno degli indagati dice di essere il famigerato capo dell'«Ufficio K» del Sisde e si dà il nome in codice «Polifemo». Parla al magistrato di misteri e storie italiane (come la morte di Ilaria Alpi, la strage di Ustica e la scomparsa di Emanuela Orlandi) e racconta di «operazioni fasulle» dei Servizi e dei rapporti della massoneria di qua e anche di là del Tevere. Si scoprirà che la banda di truffatori operava un po' come Totò che vuole vendere la Fontana di Trevi al turista americano. Promettevano posti nei Servizi, ma sparivano appena intascati i soldi. Da questo filone nascerà l'indagine che coinvolgerà Vittorio Emanuele di Savoia, arrestato e prosciolto. Il mercato degli incarichi nel mondo degli 007 torna anche nell'inchiesta «P4». Stavolta Henry John è a Napoli. Sospetta che il faccendiere Luigi Bisignani e il deputato Alfonso Papa raccolgano, grazia a fonti coperte, notizie segrete e le manovrino per ricattare i vertici della Repubblica e piazzare così nei posti chiave gli amici degli amici. Il gip riterrà insussistente l'ipotesi dell'associazione segreta, e i due imputati saranno condannati per altri capi di imputazione.

E a proposito di ricatti e veleni, i Servizi spuntano

pure nel marzo 2007 quando l'inchiesta Vallettopoli devia sul possibile zampino del Sismi dietro le foto a Lapo Elkann quando si sentì male a casa di un transessuale a Torino. Tutti smentiranno. Dai fotografi a James Bond.

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