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Se l'occasione di modernizzare va a sbattere sui sindacati

Se l'occasione di modernizzare va a sbattere sui sindacati

L e misure di difesa della salute, sia pure con qualche esitazione e pasticcio comunicativo, vengono prese. Quelle per l'economia sono ancora legate a una mentalità di corto respiro: aiuti pubblici per chi è costretto a fermarsi. Inevitabili in molti casi, per carità. Ma per quanto a lungo si potrà andare avanti bloccando l'attività privata e sovvenzionandola con tasse e debito? Non avendo alcuna certezza su quanto potrà durare l'emergenza, l'unica alternativa è una riorganizzazione delle attività economiche. E sono in tanti a osservare che una riflessione sulla modernizzazione dell'Italia, che al momento è al 24esimo posto su 28 Paesi Ue (pre Brexit) per digitalizzazione, potrebbe essere il modo migliore di trarre qualcosa di utile dalla sciagura coronavirus.

Scuole e università, ad esempio, potrebbero evitare lo stop grazie alla didattica a distanza. «C'è chi si sta organizzando e ci sono già esempi di eccellenza -spiega al Giornale Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi- ma non sono mai stati messi a sistema, anche per l'opposizione del mondo sindacale». Perfino lo scorso 28 febbraio, in piena emergenza coronavirus, in un incontro con il ministro Lucia Azzolina, i sindacati hanno alzato gli scudi sulle lezioni via web. Per la Uil è una «metodologia sperimentata in più scuole ma non ancora messa a punto in modo uguale in tutto il territorio nazionale», come se una lezione via web fosse frutto di chissà quale tecnologia misteriosa e sperimentale. E la Flc Cgil ha fatto capire che prima ci voleva il suo permesso: «È necessario il coinvolgimento del sindacato, trattandosi di una tematica attinente alla prestazione e all'organizzazione del lavoro del personale docente». Del resto il Corriere ha raccontato la storia della scuola di Mezzolombardo (Trentino), dove il ricorso di un singolo prof su 90 ha bloccato le lezioni via webcam già pronte.

Ma manca anche la cultura di governo. La legge del 2017 che doveva incentivare lo smart-working ha finito con l'imporre legami burocratici, come la necessità di un accordo scritto.

Tanto che ora il governo, per agevolarlo in fase coronavirus, ha dovuto sospendere quella norma. Riuscirà il virus a contagiarci di modernità?

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