
Sono due modi di entrare nel futuro: quello visionario e green di Elon Musk, il profeta dell'auto elettrica e di tante altre meraviglie, e l'altro di Larry Ellison, il guru di Oracle, che spinge sul pedale dell'intelligenza artificiale. Ecco, Musk aveva superato tutti nella corsa sfrenata dei nuovi Paperoni, ora arriva il controsorpasso di un signore di 81 anni, patron della società della Silicon Valley di cui possiede il 41 per cento.
In meno di 24 ore le azioni della compagnia hanno avuto un balzo prodigioso e gli hanno permesso di far crescere il suo patrimonio di 101 miliardi di dollari. Cifre quasi fantascientifiche che però fanno capire la portata di quel fenomeno chiamato IA, oggi è la bussola di imprenditori e scienziati nella corsa a perdifiato verso quel che sarà.
Ci sono tanti modi di leggere questa sfida fra giganti, ma a noi piace cogliere la suggestione più semplice, un vestito cucito dal sarto per i tempi che attraversiamo: l'intelligenza artificiale è il motore più avanzato, quello che gira di più, nella nostra società che macina scoperte e invenzioni come in una catena di montaggio del progresso.
Il boss di Tesla aveva scalato il tetto del mondo, anche grazie ai satelliti di SpaceX e molto altro ancora, poi è cominciata la crisi dell'auto elettrica che rappresenta il domani, un domani che però tarda a diventare oggi. Sappiamo quel che è successo: l'ideologia green ha prodotto disastri, ha mandato in rosso, altro che verde, i conti di molte case automobilistiche, è diventata un freno nel segno di un politically correct che ci ha consegnato alla tecnologia cinese e a illusioni irrealizzabili.
Siamo entrati in una transizione che non sappiamo quanto durerà e come si concluderà. Contemporaneamente, Musk è entrato in rotta di collisione con Donald Trump che pure l'aveva chiamato per disboscare con l'ascia la foresta della pubblica amministrazione. L'uomo più potente contro l'uomo più ricco.
Ora non lo è più, anche se queste classifiche cambiano di giorno in giorno e hanno un valore più simbolico: 393 miliardi di dollari contro i 385 del rivale, secondo la fotografia scattata dal Bloomberg Billionaires Index.
Viene avanti l'IA, oggi la chiave di violino del nostro spartito, l'acceleratore delle nostre speranze, il compagno di viaggio dei nostri sogni.
Ellison negli ultimi mesi ha siglato contratti pesantissimi con OpenAI, Nvidia e altri big e i profitti sono lievitati, con ordini per 455 miliardi di dollari in un trimestre. Insomma, Ellison, che è nato nel 1944 a New York, ha capito a 12 anni di essere stato adottato dagli zii materni e non si è mai laureato, ha scoperto la formula magica per entrare nella caverna del sapere.
E piano piano, per usare un'immagine platonica, la luce comincia a filtrare e a mostrarci le virtù, meglio le potenzialità quasi sconfinate dell'IA. Il tesoro dentro la grotta.
Certo, come sempre è capitato nella storia dell'umanità, a momenti di euforia seguiranno altri meno effervescenti ma il gradino più alto del podio battezza le applicazioni
innumerevoli dell'IA che scendono a cascata dentro la nostra società in tutte le discipline e gli ambiti.E consacra anche il talento di chi non pensava certo di vincere all'ultima curva, oltre il traguardo degli ottant'anni.