Coronavirus

Se rispunta il vocabolario da quarantena

Lo spettro di un "lockdown bis" aleggia sull'Italia che stava provando a riassaporare il gusto della normalità, probabilmente con troppa disinvoltura.

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Lo spettro di un «lockdown bis» aleggia sull'Italia che stava provando a riassaporare il gusto della normalità, probabilmente con troppa disinvoltura. Dagli scienziati ai governatori, per molti la soluzione non può che essere nuove «chiusure selettive». Non tanto e non solo di scuole, uffici e attività economiche, ma anche del vocabolario della lingua italiana. Proprio così, perché mentre risale inesorabile la curva dei contagi e migliaia di persone ogni giorno avvertono i primi sintomi simil-influenzali, anche la comunicazione con i cittadini torna a non sentirsi molto bene. Per avere un'idea di come il virus del burocratese in autunno abbia ripreso vigore di pari passo con il Covid, basta riascoltare la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte, che ha illustrato i punti chiave del «Dpcm» appena varato. Una «deliberazione» che si è resa necessaria per adottare «misure restrittive», ispirate a criteri di «adeguatezza e proporzionalità»; tra tutte la «forte raccomandazione» di usare i «dispositivi di protezione individuale» anche per strada e all'aperto, insomma nei casi in cui non sia possibile il «continuativo isolamento», prestando attenzione a proteggersi anche nelle «relazioni amicali» all'interno dell'«ambiente domestico». Significa che d'ora in poi potrebbe essere utile tenere in tasca una mascherina di riserva, d'accordo, ma soprattutto un bigino di linguaggio giuridico for dummies e il numero di cellulare di un avvocato (se del popolo, meglio ancora...) che ci telecomandi nei momenti di incertezza. Dopo sette mesi di convivenza forzata con il rischio contagio pensavamo di saperle tutte, ci eravamo abituati a scansare gli assembramenti, peccato che adesso stimati infettivologi se ne escano con termini persino più repellenti, tipo «aggregazioni di persone».

Sperando di non dover rivivere l'incubo della quarantena e che il babau non rispunti dal cassetto sottoforma di un modulo di autocertificazione, conviene ripassare il glossario del perfetto isolamento domiciliare. Stilare la lista dei «congiunti» andava forte come passatempo tra marzo e maggio, oggi bisogna guardarsi bene dagli ospiti che entrano in casa, e pazienza se non invitate qualcuno ad accomodarsi in salotto dai tempi dell'ultimo Mondiale con gli azzurri in campo. Comunque sì, se attendete «soggetti non conviventi», la mascherina va tenuta pure mentre scolate la pasta.

Prevista un'eccezione: per il pranzo della domenica al Sud, nel tempo che passa tra l'antipasto e il caffè magari si riesce anche a ricevere l'esito del secondo tampone.

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