Sea Watch, la capitana spara a zero: "Salvini si metta in fila. Non ho tempo per lui"

La capitana della Sea Watch 3 torna ad attaccare Matteo Salvini: "Ho 42 persone di cui occuparmi"

Sea Watch, la capitana spara a zero: "Salvini si metta in fila. Non ho tempo per lui"

La capitana della Sea Watch 3 è indagata per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e per rifiuto di obbedienza a nave militare. L'eroina della sinistra, quindi, non se la passa troppo bene (domani verrà pure interrogata), ma nonostante questo continua a sfidare l'Italia, ma soprattutto Matteo Salvini. Come? Lanciandogli frecciatine.

Perché se ieri non si era risparmiata dicendo di non aver "tempo di leggere cosa dice e scrive... ho la responsabilità dell'equipaggio e delle persone che da 14 giorni abbiamo salvato", oggi rincara la dose. Proprio mentre apprende di essere stata iscritta nel registro degli indagati e ammette di aver infranto la legge, se la prende con il ministro dell'Interno. Quasi fosse una cantilena. "Salvini mi considera un nemico pubblico? - ha detto Carola Rakete in collegamento con la sala della stampa estera- Ho 42 persone di cui occuparmi, non ho tempo per lui. Salvini si metta in fila".

Intanto, sembra che sia stato raggiunto un accordo europeo per far sbarcare i 40 migranti a bordo della Sea Watch 3. Fonti della Farnesina, infatti, hanno confermato che a seguito del lavoro svolto su istruzione del ministro degli esteri, Enzo Moavero Milanesi, in stretta correlazione con la Commissione europea, Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo e Finlandia sono disponibili ad accogliere i migranti imbarcati sulla nave Sea Watch. Ma l'Olanda si sfila bellamente fuori. Questo atteggiamento fa letteralmente andare su tutte le furie il vicepremier leghista: "Ho scritto all'Olanda. Trovo vergognoso il comportamento del governo olandese, anche perché a parti invertite io mi domando come la prenderebbero le autorità olandesi se ci fosse una nave battente bandiera italiani davanti al porto di Rotterdam che chiede di entrare illegalmente. Non siamo un Paese di fessi, abbiamo regole e confini. Chi ha sbagliato pagherà".

Ma quando sembra essere raggiunto un accordo la portavoce della Commissione Europea, Natasha Bertaud, spiega che la redistribuzione ci sarà solo dopo lo sbarco. Sulla Sea Watch lo "sforzo solidarietà" con la ridistribuzione dei migranti a bordo tra gli Stati membri Ue "può essere messo in atto solo se e quando lo sbarco sarà permesso". "Abbiamo visto le dichiarazioni sia del ministro dell'Interno sia del primo ministro - dice -. Stiamo facendo il massimo per sostenere gli Stati membri per fornire solidarietà alle persone a bordo. Abbiamo alcune notizie positive dagli Stati membri" che hanno dato la disponibilità a accogliere i migranti a bordo, ha ripetuto la portavoce. Tuttavia "non sono in grado di dare dettagli" perché "intensi contatti sono ancora in corso con gli Stati membri.

Un trasbordo in mare da nave a nave, senza approdare a Lampedusa non è un'opzione che stiamo esplorando. Non sta alla Commissione designare il porto di sbarco, ma noi possiamo aiutare solo una volta che le persone sono sbarcate".

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