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Seggi vacanti ed elezioni suppletive. Le due "anomalie" sui Grandi elettori

Il successore di Gualtieri alla Camera sarà deciso pochi giorni prima dell'inizio delle votazioni. L'impasse del Parlamento sugli scranni contesi

Seggi vacanti ed elezioni suppletive. Le due "anomalie" sui Grandi elettori

Manca meno di un mese all'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Draghi traslocherà da Palazzo Chigi al Quirinale? Mattarella accetterà il bis oppure la spunterà Berlusconi? Molte, compresa la pandemia, sono le incognite relative al nuovo inquilino del Colle, ma alcune sono poco note.

Non tutti sanno che, a Roma, il 16 gennaio prossimo si terranno le elezioni suppletive per eleggere il successore di Roberto Gualtieri, l'ex ministro dell'Economia che ha lasciato il suo scranno a Montecitorio dopo essere stato eletto sindaco della Capitale. Le suppletive non sono un fatto nuovo per il collegio Lazio 1-01 dato che lo stesso Gualtieri era stato eletto deputato solo nel dicembre 2019 dopo che Paolo Gentiloni aveva ottenuto la nomina a commissario europeo dell'Economia. Fin qui nulla di strano, se non fosse che per la seconda metà di gennaio è previsto che il Parlamento si riunisca in seduta comune per eleggere il nuovo Capo dello Stato. Il presidente della Camera Roberto Fico comunicherà la data precisa solo il 4 gennaio prossimo, ma la seduta dovrebbe essere fissata intorno al 20 gennaio, ossia pochi giorni dopo il voto delle suppletive di Roma. E qui sorge il problema. In teoria, stando a norma di legge, gli sconfitti hanno diritto a contestare l'esito entro due settimane dalle suppletive, ossia quando ormai i grandi elettori avranno già iniziato a votare per scegliere il successore di Mattarella. A tal proposito, Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale, interpellato dal Giornale, spiega: «Si tratta di una possibilità remota perché, per chiedere un eventuale riconteggio, ci devono essere due concorrenti che finiscono quasi alla pari e mi sembra assai difficile che questo possa capitare. Poi, - aggiunge - anche per quanto riguarda il voto per il presidente della Repubblica, ci dovrebbe essere un candidato che prevale sull'altro di un solo voto». Anche se l'eventuale ricorso può, apparentemente, sembrare un caso di scuola, resta il nodo politico. È, infatti, inusuale che un deputato voti per il nuovo inquilino del Colle dopo meno di una settimana dal suo ingresso in Parlamento. E sarebbe ancor più insolito se tale deputato fosse anche un parlamentare al quale viene contestata la vittoria nelle urne. «Sarebbe stato meglio indire prima le suppletive perché il Parlamento deve essere il più possibile al completo», sentenzia Baldassarre. Ma questa non è l'unica anomalia. Al Senato rimane irrisolta la vicenda del seggio conteso tra il deputato di Italia Viva (ex Forza Italia) Vicenzo Carbone e il presidente della Lazio Claudio Lotito. E, se dal punto di vista costituzionale Baldassarre non ravvisa grandi problemi, dal punto di vista politico punta il dito contro il «malcostume parlamentare perché, in un modo o nell'altro, questa vicenda andava risolta prima».

La partita per il Colle inizia, dunque, con una macchina organizzativa che sembra alquanto ingolfata.

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