Roma - Un vertice dei leader per chiudere l'accordo e presentarsi con un centrodestra deciso a vincere e strappare la maggioranza in Parlamento. Un faccia a faccia dettato dalla necessità di limare gli ultimi dettagli del programma e sciogliere il nodo delle candidature e dell'alleanza con Noi con l'Italia.
È una giornata convulsa quella che coinvolge i massimi dirigenti di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia. Noi con l'Italia di Lorenzo Cesa e Raffaele Fitto chiede a gran voce pari dignità e minaccia di presentarsi da sola. La trattativa sui collegi con la quarta gamba continua serrata fin dalla mattinata. Una sorta di no-stop in vista della prima scadenza tecnica prevista dal calendario di avvicinamento al voto del 4 marzo. Nella giornata di oggi scatta, infatti, il termine per la presentazione dei simboli, degli apparentamenti - ovvero i nomi dei partiti che comporranno le coalizioni - e dei programmi ed è necessario definire la «forma» definitiva con cui il centrodestra si presenterà agli elettori.
A Palazzo Grazioli arrivano in mattinata Cesa e Fitto, ma anche i responsabili del tavolo delle candidature di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia. I maggiorenti di Noi con l'Italia nella serata di mercoledì avevano alzato la voce e detto esplicitamente che l'offerta di 13 collegi non era accettabile visto che percentuali alla mano con il loro 3% (questo ritengono sia il loro valore elettorale) presentandosi da soli avrebbero ottenuto tra Sicilia, Puglia e Campania più di quel bottino. «Quando si sta in squadra si fa gioco di squadra, non ci stiamo a essere esclusi da tavoli e vertici di coalizione a tre. Non siamo forza serie B. Il modello deve essere quello della Sicilia, è con quello che si vince», la loro posizione.
Nel pomeriggio da Bruxelles sbarca a Roma Antonio Tajani che incontra Maurizio Gasparri per affrontare l'intricata questione della candidatura per la Regione Lazio. Nel tardo pomeriggio poi nella residenza romana di Silvio Berlusconi arriva Giorgia Meloni. E in serata, dopo la registrazione di Porta a Porta, Matteo Salvini. A quel punto il confronto definitivo e al massimi livello può iniziare.
La trattativa è serrata e l'accordo con la quarta gamba - secondo ciò che filtra - sarebbe vicino con i 13 collegi trasformati in 17 di fascia alta più 3 in fascia medio-alta. Sempre intricata la questione della candidatura per la Regione Lazio. Sergio Pirozzi - ormai da tre mesi in campo da autocandidato - sembra deciso ad andare avanti. Anzi è in via di definizione un accordo con il Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi, dopo alcuni incontri tra i due. Il centrodestra continua a interrogarsi sul da farsi. Le quotazioni di Fabio Rampelli sono in risalita. Viene considerato un candidato con un legame forte con il territorio - così come Gasparri - due volte consigliere regionale, è oggi capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia ed è uno degli uomini di fiducia di Giorgia Meloni. Pirozzi, secondo le rilevazioni arrivare sul tavolo di palazzo Grazioli, non supererebbe il 9 per cento, mentre Fabio Rampelli in coalizione con il centrodestra arriverebbe al 25-30%.«Spero che il candidato ci sia nelle prossime ore - dice la leader del partito - Abbiamo privilegiato l'unità della coalizione invece di quella dei partiti». Una parte di Forza Italia ritiene, però, che la penalizzazione per gli azzurri sarebbe eccessiva e si rischia un ridimensionamento delle percentuali di Forza Italia nel Lazio alle Politiche.
Chi ha sciolto le proprie riserve è invece Vittorio Sgarbi pronto a correre con Forza Italia. «Vado con Berlusconi, mi ha offerto un seggio sicuro al Senato.
Non presento più la mia lista, Berlusconi non vuole vedere Tremonti nemmeno dipinto, dice che la caduta del 2011 è opera sua» rivela alla Zanzara su Radio 24. «Se Berlusconi vince farò il ministro» e '«probabilmente Tremonti se lo prende la Lega».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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