"Mai stati informati". Il giorno dopo le dimissioni del segretario generale del Garante per la protezione dei dati personali Angelo Fanizza, il Collegio ribadisce l'estraneità alla richiesta monstre e fuorilegge dell'ex dirigente di accedere a tutte le comunicazioni dei 200 dipendenti dell'Autorità, in violazione di molte norme in materia di privacy. L'incarico a lui assegnato era solo quello di verificare "un'eventuale fuga di notizia", non di passare al setaccio la vita privata dei dipendenti a caccia della talpa che a Report ha fornito documenti e conversazioni riservate.
Nessuno dei componenti del Collegio di cui la sinistra chiede le dimissioni per presunti conflitti d'interesse e rapporti inopportuni con la politica - il presidente Pasquale Stanzione, espressione del Pd, Agostino Ghiglia (Fdi), Ginevra Cerrina Feroni (Lega) e Guido Scorza (M5s) aveva conoscenza del carteggio risalente al 4-5 novembre scorso - due giorni dopo la prima puntata di Report - tra Fanizza e il dirigente dei sistemi informatici Cosimo Comella (pubblicata già giovedì sera da Report, Post e Wired) perché "trasmesse tramite protocolli riservati che garantivano l'accessibilità delle comunicazioni esclusivamente a mittente e destinatario" e mai "rese note ai componenti del Collegio" se non, a quanto pare, solo ieri, quando è stata respinta per la sua natura "sproporzionata e illecita".
Ma è solo una settimana dopo, quando giovedì sera la missiva è stata sventolata davanti ai dipendenti in agitazione, che il Collegio ne ha dovuto prendere le distanze. Ancora una volta è la trasmissione di Ranucci - grazie alla solita talpa - ad avere in anteprima ed esclusiva i retroscena della vicenda e un documento così segreto che nemmeno il Garante ne era a conoscenza. Legittimo il rifiuto di Comella di dire no a una richiesta che avrebbe esposto l'ufficio a diversi profili di irregolarità, discutibile la scelta di leggerla giovedì davanti all'assemblea dei lavoratori, con il dirigente It ad arringare l'assemblea come un capopopolo che chiede (e ottiene) la testa dell'esperto magistrato arrivato dal Tar del Lazio a ottobre, scelto da Stanzione.
Qualcuno osserva che Comella è anche il genero del presidente della Repubblica Sergio Mattarella (ne ha sposato la figlia Laura), da qui un'ulteriore inopportunità di gestire la vicenda. Per il Quirinale è un altro caso dopo la vicenda del consigliere Francesco Saverio Garofani, cui sono sfuggite alcune frasi inopportune contro il centrodestra e il premier Giorgia Meloni durante una cena. Qualcun altro dentro il Garante fa notare che - se fuga di notizie c'è stata - il responsabile della cybersicurezza qualche responsabilità ce l'ha, anche se non ancora formalizzata.
Nelle scorse settimane Report ha ricostruito una conversazione tra Ghiglia e Giorgia Meloni del 2021, violando la segretezza delle conversazioni di un parlamentare, tutelate dalla Costituzione, quando l'attuale premier era all'opposizione del governo di Mario Draghi.
Lo stesso ex senatore di An potrebbe essere stato pedinato e infine paparazzato da una telecamera nascosta mentre entrava nella sede di Fratelli d'Italia il 22 ottobre scorso, a trovare Italo Bocchino per un libro ma anche la responsabile organizzativa Fdi Arianna Meloni. Ma già da settimane prima Report aveva anticipato un'inchiesta ("vi diremo di chi è il Garante della Privacy") sulle cointeressenze tra i componenti dell'Autorità e Gennaro Sangiuliano, anticipando un messaggio che l'ex ministro della Cultura aveva mandato proprio a Ghiglia chiedendo una punizione esemplare per Report dopo la pubblicazione della telefonata tra lui e la moglie, registrata illegalmente dall'ex consulente del ministero Maria Rosaria Boccia. Report ha inteso attribuire a Ghiglia una volontà politica di votare per la sanzione da 150mila euro alla trasmissione, sebbene il suo voto fosse ininfluente. Il verdetto negativo del Garante era già stato anticipato dal Fatto quotidiano diversi giorni prima della passeggiata di Ghiglia in via della Scrofa. Chi sapeva che Ghiglia andava lì ha letto il messaggio lasciato ai suoi collaboratori. Chi ha violato la privacy del Garante per fare un favore a Report? Servirebbe un'inchiesta della magistratura.
"Se il collegio non sa cosa avviene all'interno del Garante dovrebbe prendere atto che non ha controllo dell'ufficio", gongola Ranucci ieri sera su La7, che su Report domani farà parlare il rappresentante Cgil Alessandro Bartolozzi, una delle fonti privilegiate di Report. Per ora la palla incandescente passa al nuovo segretario generale Luigi Montuori, nominato dal Collegio ieri pomeriggio.