Sei parlamentari veneti sono usciti dalla Lega Nord per entrare nel gruppo misto. Si tratta al Senato di Emanuela Munerato, Patrizia Bisinella e Raffaela Bellot e alla Camera di Roberto Caon, Emanuele Prataviera e Matteo Bragantini.
Una decisione presa, assicurano, dopo una riflessione "lunga e sofferta". "Dopo un confronto con i nostri territori, abbiamo deciso di uscire dal gruppo parlamentare della Lega Nord", dicono i sei tosiani, "Riteniamo che l’espulsione del nostro segretario nazionale della Liga Veneta e il commissariamento di fatto del direttivo nazionale della Liga stessa, oltre che il disconoscimento delle legittime decisioni che erano state assunte in consiglio nazionale, siano state prese da via Bellerio in modo scorretto e illegittimo dal punto di vista statutario e politicamente non comprensibile. Siamo nati come autonomisti e federalisti sia nelle battaglie politiche rivolte all’esterno, sia nella gestione interna al nostro movimento. Questi fatti ci fanno ritenere che la Lega Nord abbia abbandonato la sua vera natura e il suo spirito riformista e federalista, non ammettendo più nemmeno un dibattito e una democrazia interni. Siamo stati tra i protagonisti della cosiddetta rivoluzione delle scope che tanto faticosamente aveva combattuto e sconfitto il cerchio magico che oggi constatiamo essere ritornato anche con altre figure e più virulento di prima".
"Preoccupato? No, auguri. Mi salutino Fini e Alfano", commenta laconico Matteo Salvini.
Il segretario della Lega è stato duramente contestato da una ventina di giovani dei centri sociali al termine di un sopralluogo in un condominio in via Padova a Milano, dove ci sarebbero numerosi abusivi. "Vattene razzista, merda", gli hanno urlato per strada. Salvini ha dovuto raggiungere la sua auto sotto la scorta della polizia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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